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Radio Feccia #8

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Phil Rudd, il nostro nuovo membro preferito degli Ac/Dc, saluta la stampa

Phil Rudd, il nostro nuovo membro preferito degli Ac/Dc, saluta la stampa

AC/DC: Angus Young commenta l’affare Phil Rudd

È un grande batterista e ha fatto tanto per noi ma sembra si sia lasciato andare, non è più il Phil che conoscevamo in passato“, ha spiegato il chitarrista a Usa Today, “ci ha messo in una situazione difficile, nella quale non sapevamo se potessimo andare avanti o meno. Si presenterà? Sarà abbastanza in forma da fare il suo lavoro? Siamo sempre stati un gruppo solido e unito“. “Phil si è messo nei casini da solo e deve tirarsene fuori“, ha aggiunto Angus Young che, a proposito dell’arresto del compagno ha affermato di “non conoscere bene la situazione precisa“. Noi ribadiamo che ci risultava difficile immaginare che il batterista degli Ac/Dc avesse uno stile di vita troppo differente.

E a proposito di cattivi ragazzi:

SAINT VITUS: Wino rispedito in Usa dopo essere stato beccato con undici grammi di metanfetamina in Norvegia

A rivelare i dettagli è Noisey. Due giorni fa, quando la stessa band aveva comunicato l’arresto e il rimpatrio del frontman per detenzione di stupefacenti senza specificare di che si trattasse, avevamo pensato a qualcosa di più leggero, dato che gli scandinavi saranno liberali per tante cose ma sulle droghe hanno norme piuttosto restrittive. Spiace perché Wino, oggi cinquantaquattrenne, sosteneva di aver risolto i suoi infiniti problemi con le dipendenze e di limitarsi all’erba e ai funghetti. Perché va bene il narcosatanismo ma il cantante si era totalmente fottuto la vita appresso a ‘ste storie, finendo prima per vivere da senza tetto a Los Angeles e poi per tornare a casa dei genitori nel tentativo di disintossicarsi una volta per tutte. E in mezzo c’erano stati casini con la giustizia vari, tra i quali, nel ’95, un arresto per tentata rapina di un negozio di liquori (e qua evitiamo le facili battute sul nomignolo del musicista). I suoi problemi con le dipendenze non avevano nulla di glamour e di romantico, insomma. La band continuerà il tour europeo in tre con Dave Chandler e Henry Vasquez ad alternarsi al microfono, come qualche sera fa a Goteborg.

Due autori italiani pubblicano un fumetto sul CONTE BURZUM:

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“Fumetto” perché il termine graphic novel mi fa venire voglia di mettere mano alla pistola che non ho. Figli delle tenebre, pubblicato da BD, ricostruisce le note, amene vicende dell’Inner Circle con le quali noi tutti amiamo intrattenere commensali e fidanzate. I disegni sembrano acerbi ma dignitosi. E la curiosità mi è venuta:

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Ho ascoltato tutto il nuovo disco dei MACHINE HEAD

Perché piacciano a così tanto a così tanta gente resta, per me, un mistero. E, personalmente, trovo più divertente il periodo nu metal cafone di The Burning Red e Supercharger che i mattoni post-thrash con i quali si sono rifatti una verginità, sulla cui scia si muove quest’ultimo Bloodstone & Diamonds. Se vi interessa, lo trovate in streaming qui. Per me è una rottura di palle colossale.

I PARADISE LOST tornano al death/doom

Nuovi elementi a favore della mia teoria secondo la quale, alle soglie della mezza età, il metallaro cerca una riconciliazione con il proprio passato. “Il nuovo disco avrà un approccio differente“, ha spiegato Nick Holmes, “abbiamo scritto un album molto oscuro e melodico ma questa volta molti pezzi hanno un’impostazione decisamente death metal, una cosa che non facevamo da molto, molto tempo“. Evidentemente, tra i Vallenfyre di Greg Mackintosh (il secondo, però, non mi ha fatto impazzire) e il recente ingresso di Holmes nei Bloodbath (se le anteprime sono indicative, non ho la minima voglia di ascoltare l’album intero), i ragazzi ci hanno preso gusto. Sono curioso. Con Tragic Idol l’amarcord gli era venuto bene.

NERGAL apre una scuola per barbieri a Varsavia:

Dei Behemoth non ce ne frega niente (anche se The Satanist qua dentro a qualcuno è garbato) ma Nergal mi sta simpatico perché si tromba le modelle e ha interpretato Von Ribbentrop in un film comico sui nazisti (a proposito, è partita la campagna di crowdfunding per il seguito di Iron Sky e nel trailer si vede un Hitler rettiliano a cavallo di un tirannosauro chiamato “Blondi”), quindi approviamo anche questa iniziativa. Che bisogna iniziare a pensare alla vecchiaia:

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Mini report: NAGA/EREMITE/MISTY MORNING @Sinister Noise

Ieri serata che più catacombale non si poteva in un locale al quale continuiamo a volere tanto bene (ché l’underground mica si supporta solo dal proprio laptop). Hanno fatto gli onori di casa i Misty Morning, che conoscevamo già. Solidi e piuttosto eclettici nonostante i riferimenti datati, i romani sono stati il gruppo più classicamente doom della serata. Non ci hanno fatto la loro cover sabbathiana di Ballo in fa diesis minore di Branduardi ma pazienza. Del resto hanno pure un disco nuovo da promuovere. Con i genovesi Eremite si muta radicalmente registro. Tra doom moderno, incursioni nel black metal, svarioni strumentali e accelerazioni spasmodiche, il trio fa veramente male. Delle laceranti vocals si occupa il batterista, che ha tutta l’aria di uno con il quale non vorresti litigare per un parcheggio. L’esordio Dragonarius, uscito l’anno scorso, me l’ero perso, del nuovo All things merge into one ho sentito dire molto bene. Approfondirò. Si va a nanna con i napoletani Naga e si chiude il cerchio a botte di black/doom disperato e nerissimo. Non so se la performance migliore della serata (bravi tutti) ma sicuramente quella più vicina ai miei gusti. Se vi piace la roba funerea alla Coffinworm, recuperate il loro HĒN, uscito qualche mese fa.

Qui, qui e qui le pagine bandcamp dei tre gruppi. Fateci un salto.

I MYSTICUM terminano Planet Satan dopo 18 anni

Furono i primi a ibridare il black metal norvegese con l’industrial. Erano diventati un piccolo culto. L’esordio In the streams of Inferno avrebbe dovuto uscire addirittura sulla Deathlike Silence di Euronymous. Sembravano pazzi e degenerati, anche perché oggi l’MD se lo fa pure il tuo macellaio, mentre nel ’96 quell’estetica basata sull’abuso di droghe chimiche poteva risultare impressionante per un minorenne. Il secondo album, Planet Satan, non fu mai pubblicato per motivi che non ricordo (ma suppongo legati allo stile di vita bohèmienne dei signori), guadagnandosi la fama di disco maledetto. Oggi, a diciotto anni dall’inizio teorico dei lavori, Planet Satan è fuori su Peaceville. Non si è capito bene se abbiano fatto tutto ex novo o ci siano registrazioni di allora risistemate ma, a quanto ha spiegato la band, alcuni pezzi sono stati scritti all’epoca e altri sono stati composti per l’occasione. Non so ancora se e da chi verrà recensito ma il dibattito redazionale interno, si è per ora, chiuso con una bocciatura quasi generale. Finora sono l’unico al quale non è dispiaciuto. Certo, te lo devi immaginare come un disco dell’epoca, è normale che nel frattempo ‘sto discorso sia stato sviluppato in modo più evoluto dai vari Red Harvest, Anaal Nathrakh, Aborym, Diabolicum, eccetera eccetera eccetera:



MEGADETH: se ne vanno Shawn Drover e Chris Broderick

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Non ho voglia di mettermi a fare i conti ma credo che Shawn Drover sia uno dei musicisti che ha resistito più a lungo alla corte di Dave Mustaine, dove era rimasto anche in seguito all’abbandono del fratello minore Glen, che era riuscito a tirarlo dentro nel 2004 dopo essere stato assunto come co.co.pro. da una Megadeth spa in cerca di una formazione stabile dopo quella improvvisata (e piuttosto balzana) che aveva registrato The system has failed. Fatto sta che il batterista ha annunciato ieri di aver lasciato la band “per portare avanti progetti propri“. Il comunicato è succinto e formale e non offre ulteriori dettagli.

Oggi è arrivata invece la lettera di dimissioni del chitarrista Chris Broderick, che aveva sostituito Glen Drover nel 2008 e tanto si era fatto apprezzare su Endgame, facendoci pensare che finalmente Rosso Malpelo avesse ritrovato uno sparring partner alla sua altezza. L’ex Jag Panzer spiega che il suo addio è legato a “divergenze artistiche e musicali” (ovviamente sono del tutto da escludere ragioni di carattere personale, essendo Mustaine noto per il suo carattere pacifico e conciliante). Insomma, nessuno avrebbe cacciato nessuno e i due se ne sarebbero andati di loro sponte. Volendo azzardare una spiegazione, si può ipotizzare che Megadave abbia fatto ascoltare in sessioni separate, prima a Drover e poi a Broderick, i nuovi brani che faranno parte del successore dell’acclamatissimo Super collider e che i due abbiano reagito dandosela immediatamente a gambe.

Entrambi i musicisti potrebbero, però, avere un futuro radioso negli Ex Megadeth All Stars (li chiameremo così per comodità finché non si inventeranno uno straccio di nome) il progetto tirato su da tre ex membri del gruppo californiano (Nick Menza, James Lomenzo e Chris Poland), che proprio oggi hanno annunciato l’esecuzione dei loro primi brani inediti in occasione di una puntata del programma televisivo Inside Metal, in onda il mese prossimo.

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Radio Feccia #9

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 Testi di Ciccio Russo e Matteo Ferri

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LOCK UP: esce Tompa, entra Kevin Sharp

Il primo non ha più molto tempo libero con la reunion degli At The Gates diventata un lavoro a tempo pieno, il secondo ne ha a iosa dato che i Brutal Truth si sono sciolti. Shane Embury è sempre un uomo bellissimo. Meno male che adesso iniziano a uscire le anteprime sul nuovo dei Napalm Death, così possiamo mettere il suo faccione dappertutto.

AC/DC: Phil Rudd continua a combinare marachelle

Il batterista (non si sa ancora per quanto) degli Ac/Dc ha violato i termini del rilascio su cauzione aggredendo fuori da un bar un uomo descritto come “più alto e grosso di lui. Perché il vecchio Phil non è mica una fighetta. La magistratura comunista ed eversiva ha quindi posto nuove condizioni alla libertà vigilata che gli impediranno di consumare stupefacenti. Cattivi. Intanto, la pubblica accusa di Tauranga ha confermato le imputazioni nei confronti di Rudd per minacce di morte nei confronti di un tizio, presumibilmente coinvolto nel giro di troie che è alla base di tutto ‘sto casino, e di sua figlia, dopo aver lasciato cadere quelle, più gravi, di tentato omicidio per procura. Per chi se lo fosse perso, questo il link al video dell’udienza, alla quale Phil Rudd arriva tardi, a cavalluccio di una guardia del corpo e tagliando la strada a un furgoncino.

I PELICAN pubblicano un singolo cantato:

L’addio del chitarrista Laurent Schroeder-Lebec, che era uno dei compositori principali dei Pelican, si è rivelato una mazzata. Il primo album senza di lui, Forever becoming, non mi aveva fatto impazzire. Un po’ troppo aggressivo e metallaro per creare l’atmosfera giusta, nonostante quei pezzi dal vivo abbiano dimostrato di funzionare. Un brano di quell’album, The Cliff, uscirà come singolo a febbraio in un ep che ne conterrà tre versioni (oltre all’inedita The Wait): due remixate (da AH & BCM e Justin Broadrick) e una cantata da Allen Epley dei The Life And Times. Sarà pure un esperimento isolato ma il risultato, sull’indie-goth scopereccio, starebbe meglio su un album dei Katatonia che su uno di quella che era tra le più grandi band di post metal strumentale al mondo.

In primavera esce il nuovo disco dei VIRGIN STEELE

Si chiamerà Hymns to damnation. A fine 2015 uscirà invece un box set con le ristampe di The book of burning e Hymns to victory e Ghost harvest, una raccolta di cover e inediti.

Nick Menza: “Non escludo di tornare nei MEGADETH”

Evidentemente, tutti gli aneddoti imbarazzanti sul suo conto raccontati da Mustaine nella sua recente autobiografia non gli fanno né caldo né freddo. Ad ogni modo, non escludiamo che il dittatore dello stato libero di Megadeth – i quali hanno perso da poco sia il chitarrista Chris Broderick che il batterista Shawn Drover – ci faccia un pensierino, dato che sono compresi in offerta Chris Poland e James Lomenzo. A quest’ultimo qualcosa da fare la si trova, tipo farsi picchiare da Dave Mustaine nei momenti di noia tra soundcheck e concerto. Ricordiamo che Mustaine aveva richiamato Menza nel 2004 per le registrazioni di United Abominations ma lo aveva licenziato subito trovandolo “inadeguato”. Al suo posto pigliò lo stesso Drover, che prima di entrare nei Megadeth non aveva mai suonato dal vivo in vita sua.

I RAVEN lanciano una campagna di crowdfunding per incidere ExtermiNation

Va detto che Walk Through Fire, uscito nel 2010, era un discone. Gli inossidabili veterani della Nwobhm hanno intanto presentato due pezzi nuovi al Saint Vitus Bar di New York. Potete vedere le riprese a questo link. E chi li ammazza questi. (Ciccio Russo)

Remember the fallen: JOE VESCOVI (1949 – 2014)

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I necrologi suonano sempre terribilmente falsi ed ipocriti nel loro miserabile tentativo di smacchiare con la candeggina tutti i peccati del defunto per riportarlo ad un candore virginale posticcio. E infatti la notizia della scomparsa di Joe Vescovi mi sconvolge come quando apprendi della morte di qualche lontano zio, di quelli che vedevi una volta all’anno in qualche noiosa riunione di famiglia natalizia, ma che avevi lo stesso in simpatia perché ti passava le cartelle vincenti della tombola. Vescovi è stato il tastierista dei The Trip e chiunque abbia a cuore la rubrica ContrAppunti Prog dovrebbe essere consapevole di quanto ciò sia sufficiente a renderlo immortale agli occhi e alle orecchie di tutti noi. Tre dischi seminali per la scena prog italiana (e non solo), un quarto album, dall’eloquente titolo Time of Change, più distante da quel genere che i The Trip avevano contribuito a far nascere e che ritenevano prossimo all’estinzione già nel 1973. Doveva essere l’inizio di qualcos’altro, invece l’incidente ad Arvid Andersen portò alla prematura fine della band. Terminata l’esperienza con il gruppo angloitaliano, Vescovi ha portato il suo talento altrove, collaborando con i Dik Dik e Umberto Tozzi, che non saranno la cosa peggiore mai uscita dall’industria discografica italiana, ma certo non hanno nulla a che vedere con i The Trip. Fan dell’hard rock, prima ancora che musicista, avviò un paio di progetti paralleli come i Tarrot ed i Night Fudge per non recidere completamente il legame con un genere che amava visceralmente. Speriamo, almeno, che Caronte l’abbia traghettato sulla sponda giusta stavolta.

MARDUK: il nuovo singolo ‘Rope of regret’

Quasi due anni e mezzo dopo Serpent Sermon, i Marduk si apprestano a registrare il nuovo disco, intitolato Frontschwein e anticipato dal singolo Rope of regret, un pezzo che potreste tranquillamente mettere nella stessa playlist di Panzer Division Marduk e giocare a “trova le differenze”. Dice Morgan che i gruppi che se ne vanno in posti isolati, sperduti in mezzo alla natura, per trovare l’alchimia giusta per scrivere le canzoni, sono semplicemente ridicoli. In effetti non gli si può dare tutti i torti: a volte basta riascoltare i propri vecchi dischi (Matteo Ferri).


Radio Feccia #10

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Till Lindemann collabora con Peter Tagtgren

Si tratta del progetto solista del cantante dei Rammstein (i quali si sono pigliati una pausa e non hanno manco fatto male), denominato semplicemente “Lindemann”. Non si sa se il leader degli Hypocrisy avrà altri ruoli oltre a quello di produttore. In realtà non si sa un cazzo di niente.

Stefan Schwarzmann e Herman Frank lasciano gli ACCEPT

Secondo il comunicato del gruppo, che parla di una “separazione amichevole”, i due non sarebbero più in grado di suonare con una delle band più colossali della storia dell’heavy metal perché preferirebbero concentrarsi sul loro progettino targato Nuclear Blast: i Panzer, un power trio con Schmier dei Destruction. Che amarezza. Io non li ho manco mai visti dal vivo.

Perdono pezzi anche i BROKEN HOPE

Se ne sono andati il nuovo chitarrista Chuck Wepfer e il bassista Shaun Glass, che era l’unico membro originale superstite insieme a Jeremy Wagner. Anche in questo caso la ragione dello split è un nuovo progetto, tali The Bloodline, talmente importante da costringere loro a mollare un gruppo che era pure tornato con un disco carino.

FU-SIO-NE! I DRAGONFORCE e le BABYMETAL

Non ho un’opinione strutturata sulle Babymetal e non ho manco mai seguito troppo la faccenda, anche se mi sembra di capire che abbiano fatto il botto. Alla fine sono giapponesi e in questi casi fai spallucce e basta perché, insomma, sono giapponesi, da loro ti puoi aspettare qualsiasi cosa. Herman Li e Sam Totman, chitarristi dei Dragonforce, noto gruppo feticcio di Roberto, hanno suonato su questo nuovo singolo. Una fusione alla Dragon Ball, insomma. Se me ne fregasse di meno, sarei morto ma alla fine non è peggio del 50% della roba che recensivo per Metal Shock.

Nel frattempo i KISS stanno collaborando con un gruppo di barely legal nipponiche chiamate Momorio Clover Z. Maggiori approfondimenti qui.

I CLUTCH fanno due pezzi nuovi dal vivo!

Li potete ascoltare a questo link. Le riprese sono amatoriali ma discrete e, niente, spaccano. Non mi sbilancio perché stiamo parlando di un gruppo che mi suscita reazioni fanatiche un gradino sotto gli Slayer (se non capite perché, vuol dire che non li avete mai visti live). L’album dovrebbe uscire dopo l’estate. Ho aspettative caute perché Earth Rocker era talmente uno strafottuto capolavoro che sarebbe soprannaturale cacciarne un altro agli stessi livelli.

Marty Friedman apre a un ritorno nei MEGADETH

Giusto a voler forzare il titolo; semplicemente non ha risposto con un no categorico a chi gli chiedeva se fosse aperto a riavvicinarsi al vecchio gruppo, che a novembre ha fatto ciao ciao al chitarrista Chris Broderick e al batterista Shawn Drover, che nel frattempo hanno tirato su un progetto con l’ex cantante degli Scar The Martyr. Mi spiace, vince il Trio Fantasticus Menza-Lomenzo-Poland.

La moglie di John Petrucci ha una cover band dei Judas Priest chiamata “Judas Priestess”

Sappiatelo.

Ecco dalla regia un video dove suonano Beyond the realms of death insieme a… John Petrucci.

Qualora ve lo steste domandando, la moglie è la chitarrista, non la cantante tettona. Pertanto si può andare ai concerti delle Judas Priestess con l’intento di provarci con la cantante da sbronzi consci di non fare un dispiacere a John Petrucci, che non è mica una persona cattiva.

A febbraio esce un nuovo ep dei THE RESISTANCE

Non vedo l’ora. Ricordiamo ai più distratti che trattasi di una specie di nuova versione dei Dimension Zero. In formazione c’è quindi la coppia d’asce originaria degli In Flames: Jesper Strömblad e Glenn Ljungström. Alla voce c’è Marco Aro dei The Haunted. Roba serissima, o fratelli del vero metal.

AC/DC: Phil Rudd sostiene di essere “prossimo a tornare al lavoro”

Speriamo. Nel frattempo, secondo uno dei sempre mitologici titoli di Blabbermouth, Angus Young avrebbe dichiarato che il batterista ultimamente “si comportava in modo un po’ strano”. Succede con la metanfetamina.

Vi congediamo con un’anteprima dal prossimo MELECHESH. Che il pantheon sumero vegli su di voi almeno fino a domani pomeriggio (non ci siamo in confidenza come con Satana).


Radio Feccia #11

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E dai, Paul, potrebbe essere tua pronipote

Il ritorno alla realtà dopo un concerto dei Manowar non è una cosa semplice. Devi trattenerti dal gridare all’improvviso “AND THEY… WERE THE METAL KINGS!” durante le occasioni conviviali, sebbene a mio giudizio si tratti di un’ottimo modo per risollevare una conversazione, non puoi concludere le discussioni con argomenti invero solidissimi tipo “tanto io andrò nel Valhalla e tu no” e così via. Per riprendere contatto col mondo reale, vi ammannisco una nuova puntata della nostra simpatica rassegna stampa. Che Odino vi conservi.

Wes Scantlin dei PUDDLE OF MUDD si fa arrestare all’aeroporto per essere salito sul nastro trasportatore dei bagagli.

Il cantante ha la nostra solidarietà incondizionata perché tutti da bambini abbiamo pensato che salire sul nastro trasportatore dei bagagli dovesse essere meglio delle montagne russe. La sicurezza dell’aeroporto di Denver è stata purtroppo di diverso avviso e ha arrestato Scantlin, poi rilasciato grazie a un fan che ne aveva pagato la cauzione, anche perché il gruppo avrebbe dovuto suonare in città quella sera e, a causa del ghiribizzo del frontman, è stato poi costretto a iniziare lo show in ritardo, con parte del pubblico che aveva nel frattempo levato le tende. Il promoter ha giurato che non li scritturerà mai più. Scantlin è un po’ uno scavezzacollo e ha avuto svariati problemi con le guardie in passato. Pippa come un’aspirapolvere, mena la (ormai ex) moglie e ogni tanto collassa sul palco e si mette a rissare col pubblico. A noi piace però ricordare soprattutto la volta che, due anni fa, fu arrestato per aver cercato di demolire la casa del vicino con una motosega e un martello pneumatico.

Fuori il singolo nato dalla collaborazione tra i KISS e il gruppo di barely legal giapponesi Momoiro Clover Z.

Il risultato è esattamente quello che vi aspettate: un incrocio tra un pezzo dei Kiss e le sigle degli anime anni ’80, alla cui estetica si ispira la prima parte del video. Gene Simmons in versione giappa sembra un personaggio di Go Nagai.

Due tizi fanno sesso sul palco durante un concerto dei DEAD KENNEDYS.

Il fattaccio è avvenuto una settimana fa Solana Beach, in California. La coppia rischia di essere denunciata per atti osceni in luogo pubblico ma non credo nessuno sporgerà querela. Va bene il puritanesimo americano ma, se ascolti i Dead Kennedys, non ti scandalizzi per uno che pratica del sesso orale alla sua amichetta in pubblico. Io ai concerti al Forte Prenestino vedevo spesso gente che scopava nei prati senza remore, quindi mi ero fatto l’idea che fosse un’usanza punk-hardcore. Se vi interessa, il video (ovviamente pixelato) dell’atto è reperibile qui. Mannaggia, mo’ che stanno tutti a riprendere gli show con quei cazzo di smart phone, non sei manco più libero di leccare una passera sul palco dei Dead Kennedys. Che mondo infame.

Marty Friedman: non escludo un ritorno nei MEGADETH.

Si è già capito come andrà a finire, vero?

Gli IRON MAIDEN allegano un busto di Eddie all’edizione speciale di Powerslave per il trentennale.

Farà sicuramente un figurone nel salotto buono, rendendolo un grande protagonista del ‘900: powerslavelifesizeneca Mi spiace, io aspetto quello di Virtual XI.

Gli UNLEASHED finiscono di incidere il nuovo album.

Evviva! Se sarà fico almeno la metà di Odalheim

Un gruppo di amici riregistra St. Anger con una produzione grezza ma plausibile.

Potete ascoltare il risultato qui. Apprezziamo lo sforzo ma non è che la situazione migliori più di tanto. Toccava fare una cosa più radicale e riarrangiare del tutto pezzi che avrebbero funzionato con una durata inferiore ai quattro minuti, sennò vince comunque il fascino perverso dell’originale, un album talmente nato male e sbagliato che, tra qualche anno, lo si potrà spacciare per avanguardia.

Mai più senza: le magliette con la lettera scritta da Cobain prima di suicidarsi.

Chissà perché, il sito che le vendeva è stato costretto a interrompere le consegne a causa delle lamentele dei fan. Peccato, un indumento così raffinato e di buon gusto.

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Pepper Keenan torna a esibirsi dal vivo con i CORROSION OF CONFORMITY.

Tanto per quello che stanno diventando i Down

Diario romano, i concerti di gennaio.

Domani tutti al release party dei Doomraiser, che presentano dal vivo il nuovo album Reverse al Traffic. Si entra aggratis e di supporto ci sono Shores of Null e Funeral Mantra. Sabato si va invece al Closer a vedere uno dei gruppi neofolk preferiti della Metal Skunk crew: gli Of the Wand and the Moon dell’ex Saturnus Kim Larsen. Giovedì 29 appuntamento immancabile all’Init con gli Earth, il cui nuovo album ci ha mandato letteralmente ai matti, mentre il giorno successivo c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra Ade (l’equivalente death metal del film Morituris) al Traffic, Bitterfly e Karman al Sinister Noise e, udite udite, Avulsed al Closer. Dal sempre ricco calendario del Sinister segnaliamo Pater Nembrot e Delirium Age sabato 24 e la lisergica tripletta Noon/ Edward Johnson & The Great Escape/ Chronic Hangover sabato 31.

I MÖTLEY CRÜE si scioglieranno il prossimo capodanno.

L’ultimo show di The Final Tour (sempre che lo sia davvero) si terrà a Los Angeles il 31 gennaio 2015. Nel frattempo è uscito un singolo autocelebrativo, All bad things. A dirla tutta, è pure carino:


GEEZER BUTLER in “Geezer the Kid, la belva di Furnace Creek”

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Un altro titolo poteva essere “Vendetta nel saloon”, oppure “Tre tocchi di campana per Geezer”, o “Spara ancora, vecchio Butler!”, ma pure “Death Valley bar fight”, “Duello al Corkscrew Saloon”, “The legend of Grinta Butler”, “Geezer Butler, un uomo duro a morire”, “Il mastino di Birmingham”, “Per un pugno di plettri”, “Reckless Butler e lo sceriffo di ferro”. Insomma, in ogni western movie che si rispetti ad un certo punto deve partire una scazzottata nel saloon per futili motivi, tipo quando il tizio seduto al bancone guarda insistentemente la tua donna, oppure il baro trucca le carte, o quando l’ubriacone di turno inciampa e ti rovescia il wiskey sul poncho. Il nostro eroe, il sessantacinquenne Geezer Butler, nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, ubriaco marcio, ha fatto a botte con un tizio per non si sa quale motivo, dopodiché lo sceriffo della contea di Inyo lo ha sbattuto una notte in cella per farlo sbollire.

Allora, io al Corkscrew Saloon di Furnace Creek (Death Valley), dove è avvenuto il fatto, ci sono stato veramente ed è il classico saloon come ve lo immaginate: in mezzo al deserto polveroso spunta questo ranch praticamente dal nulla, all’ingresso c’è il palo di legno per legare il cavallo, porte girevoli, entri e ci sono tavoli e sedie di legno, il lungo bancone con i bicchieri appesi sopra, bottiglie di wiskey in fila davanti allo specchio e gli sgabelli imbottiti. Ce lo vedo il vecchio Geezer, tipo un Errol Flynn o un Burt Lancaster, gilet in pelle, bandana legata al collo, cappello calato sulla fronte e occhio torvo, un gringo lo guarda male, allora spacca sull’angolo del tavolo la bottiglia di torcibudella che ha in mano, si azzuffa, prende una sedia e la sfascia sulla schiena di un altro tizio, con una mano afferra il cravattino di cuoio del suo avversario e con un destro ben assestato sotto al grugno lo fa volare dalla finestra…

Ti vogliamo bene, Geezer Butler.

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Nell’ultimo numero Dylan Dog ascolta gli Slayer

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Dylan Dog le ha veramente tutte. Non beve, non fuma, droghe manco a parlarne, è vegetariano, ha paura dell’aereo e soffre di qualche misteriosa turba psicosessuale che lo costringe a cambiare donna ogni mese (io ho sempre pensato avesse una relazione segreta con Groucho, altrimenti non si capisce come faccia a sopportarlo). Insomma, io non inviterei mai Dylan Dog a una festa, se ne starebbe lì in un angolo a scassare i coglioni sul fatto che quel roast beef prima faceva “muuu” e, al momento di scegliere un dvd, tirerebbe fuori Frank Capra ed Ernst Lubitsch da vero fighetto snob, bollando come sessista e omofobo “La soldatessa alle grandi manovre”, il film che vorremmo vedere noi. Che Capra e Lubitsch sono fantastici, certo, e vanno benissimo se devi far vedere alla studentessa del Dams rimorchiata all’apericena che sei intelligente e sensibile. Ma con gli amici alle feste si guarda “La soldatessa alle grandi manovre”, Dylan, non rompere, su, e no, mi spiace, il tè alla pesca dell’Eurospin è finito, è rimasta solo la birra Spruzz Brau, mi sa che t’attacchi al tram, sicuro che non vuoi un tiro? E sempre ‘sta faccia lunga, pare che t’è morta la gatta, ti ci metto l’MD nel tè alla pesca la prossima volta, mortacci tua.

Almeno nei primi episodi Sclavi ogni tanto gli faceva ascoltare gli Iron Maiden. Negli anni successivi, quando la testata diventò sempre più schiava di un pestilenziale politically correct autoimposto, non ci saremmo stupiti invece di scoprire che l’old boy avesse in casa i cd dei Kings of Convenience, se non proprio della Bandabardò. Roberto Recchioni, nuovo curatore della serie (e, che io sappia, metallaro), ha evidentemente capito di dover recuperare il target dei lettori che non avrebbero più invitato Dylan Dog alle feste e nel numero da ieri in edicola, “Al servizio del caos”, di cui è sceneggiatore, ha inserito una scena dove l’indagatore dell’incubo ascolta Raining Blood in macchina (un precedente non troppo remoto è “Il giudizio del corvo”, albo uscito nel 2012, sempre scritto da Recchioni, la cui sequenza iniziale vedeva Dylan trascinarsi dietro la sgallettata di turno all’Hammersmith per vedere i Motörhead).

Nella pagina qua sotto, che precede la vignetta posta in apertura del pezzo (dopo la quale la zoccolaccia spegne lo stereo, io l’avrei buttata fuori dall’auto in corsa), è particolarmente notevole l’ultimo quadro, dove il disegnatore Daniele Bigliardo è riuscito a rendere benissimo l’espressione di esaltazione ebete e fanatica che coglie tutti noi quando ascoltiamo gli Slayer:

dylan_dog_slayer Bravo, Robè, di questo passo tra un annetto riusciamo anche a fargli bere qualche birra con i Sodom di sottofondo che, come ricorderanno i lettori più attenti, Dylan Dog in teoria è un “astemio che si astemia poco”.

Giusto una cosa: SLAYER non “The” Slayer. Mica sono un gruppo indie pop degli anni duemila.

Sì, cazzo, SLAYER:


I Rage divorziano

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pia.kintrup@folkwang-uni.de 0163 4580594

Apprendo che i Rage si separano. O meglio, che Peavy Wagner e Victor Smolski, rispettivamente cantante/bassista e chitarrista del gruppo hanno deciso di comune accordo di andare ognuno per fatti propri, lasciando per strada pure il batterista, Andre Hilgers.

Spero che Peavy non scompaia, musicalmente parlando. Ci sono cresciuto con i Rage e mi dispiacerebbe immensamente, appunto perché i Rage sono Peter “Peavy” Wagner. Artista unico e con un senso melodico fuori dal comune, in power trio con Manni Schmidt alla chitarra e Chris Efthimiadis dietro le pelli ha tirato fuori dischi fantastici, delle gemme di rara bellezza e ricercatezza partorite da una delle formazioni più creative dell’epoca. Anche quelli post Schmidt (con il fratello di Chris, Spiros Efthimiadis, e Sven Fischer alle chitarre) sono dei gran dischi, almeno i primi due, Black In Mind ed End Of All Days, come pure il successivo progetto orchestrale a nome Lingua Mortis.

Vabbè, Peavy è arrivato col fiato corto, dopo trent’anni di carriera è pure comprensibile. Gli ultimi album in pratica erano composti quasi esclusivamente da Smolski, che è un cazzo di russo fanaticissimo ed inquadrato, stoico ed affidabile fino alla morte, solo che bisogna fare tutto come vuole lui. E Peavy, che in un certo senso ha avuto il culo salvo grazie al russo – avendolo preso a bordo in un momento assai difficile dopo l’abbandono dei tre quarti della formazione precedente – gli ha dato nel corso degli anni sempre più spazio fino a che, evidentemente, s’è reso conto che non c’entrava più un cazzo.

Ricordo una volta che li andai a vedere a Rimini, mi pare che il locale si chiamasse Velvet, una buco con, boh?, forse una trentina di persone dentro per i Rage da Amburgo. Era il primo tour con Smolski, quello del tour di Welcome To The Other Side, credo fosse il duemila o giù di lì. C’era anche Mike Terrana. Uno spettacolo memorabile. Eravamo quattro gatti ma per loro fu come se fossimo stati quattrocentomila, un’ora e mezzo di concerto impeccabile ma soprattutto SENTITO, suonato con tanta e tanta passione genuina.

La delusione venne proprio da Smolski. Finito il concerto i nostri si fermarono a salutarci gentili e disponibili, Peavy un grande (letteralmente, sarà alto uno e novantacinque per un quintale e rotti abbondante), Terrana pure, Smolski tendenzialmente disponibile ma un po’ più freddo. Stavamo appunto parlando io e Smolski, roba di chitarre se non ricordo male, quando si avvicinò un ragazzo tutto entusiasta con una copia di Execution Guaranteed chiedendogli se poteva autografarglielo. Lui non volle. Motivazione: non ci suono io lì sopra, quindi non te lo firmo. Il ragazzo ovviamente ci rimase malissimo. Allora mi resi conto che, con ogni probabilità, bravo e tutto Victor Smolski lo sarà pure, com’è sicuramente uno stronzo. Per questo non mi spiace troppo che abbia mollato i Rage, sperando che Peavy non abbandoni la musica o gli stessi Rage. Altrimenti avrebbero comunque chiuso meglio di tanti altri, e scusate se è poco. (Cesare Carrozzi)



Radio Feccia #12

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Bruce Dickinson conclude con successo un ciclo di cure per un tumore alla lingua

La diagnosi risale allo scorso dicembre e, dopo sette settimane di chemioterapia e trattamento radiologico, la prognosi è “estremamente buona”, dato che il cancro era stato rilevato nel suo stadio iniziale. Le condizioni di Bruce, secondo il comunicato, sarebbero “ottime, considerate le circostanze”. La fine della convalescenza è prevista a maggio. Il magone vero viene pensando che, più andrò avanti con questo blog, più sarò costretto a scrivere notizie del genere.

Rinasce la Music For Nations

Chi ha superato la trentina ricorderà bene il marchio di questa casa discografica inglese, fondata da Martin Hooker nell’83 e defunta nel 2004. La Music For Nations aveva nel catalogo gente come Entombed, Cradle Of Filth, Paradise Lost, Opeth e Anathema e si occupava in Europa dei diritti di tre Big 4 su quattro. Le prime pubblicazioni della rediviva etichetta saranno proprio riedizioni del vecchio catalogo degli Anathema. Charles sta già riscaldando la carta di credito. È comunque interessante vedere rinascere nel 2015 una label morta con l’esplosione della crisi del disco dei primi anni zero, dopo l’avvento del download selvaggio. Usando un paio di formule stronze del giornalismo economico (che poi sarebbe quello che faccio per campare), potremmo asserire che la suddetta crisi  “si è rialzata dal fondo” e che la Music for Nations è pronta “ad adeguarsi ai nuovi modelli di business”. Ovvero brani digitali, ristampe di lusso e streaming. A proposito di streaming…

Sapete a chi finiscono i 10 euro del vostro abbonamento a Spotify?

Do per scontato che siate abbonati perché ormai quasi nessuno compra più dischi e, se non volete manco più cacciare dieci sacchi al mese per l’abbonamento (due birre medie, dai), c’avete il senso morale di un janjaweed.

A quanto pare, non è cambiato un cazzo: la fetta più grossa della torta se la mangiano sempre le case discografiche. Un paio di settimane fa la società di consulenza Ernst & Young (non dei pisquani, quindi) ha diffuso uno studio  su come vengono divisi i proventi dei suddetti dieci sacchi:

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Al netto delle tasse e dei ricavi incamerati da Spotify, il grafico diventa così:

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Pertanto se ascoltate sulla piattaforma il nuovo disco, che so, degli Archgoat, autore e artista coincideranno e la band si beccherà il 18% della torta, che è sempre pochino, per carità, ma adesso avete capito perché a scagliarsi contro il servizio siano soprattutto gli artisti pop, più che le band “indipendenti”.

THE PAPERHEAD @Sinister Noise, Roma, 14.02.2015

Arrivo tardi per la mia consueta sfiducia negli orari ufficiali degli eventi e invece molti locali di Roma si stanno dando una regolata, consci che c’è gente che magari il giorno dopo non si può svegliare a mezzogiorno. Benissimo. Però mi perdo il gruppo spalla, e i quattro di Nashville hanno già iniziato da un po’. C’è più gente di quanto mi aspettassi. Parecchie femmine e alcuni stranieri. La cartella stampa li paragona ai White Fence ma questi ultimi non sembrano in giro dal 1964 e ci hanno pure le chitarre postqualcosa. I The Paperhead (in giro con il nuovo Africa Avenue), invece, sembrano usciti dalla macchina del tempo (il bassista sembra uno dei Kinks) con il loro mix solare e deliziosamente passatista di folk rock americano anni ’60, svarioni beatlesiani e passaggi blues. Tutti si divertono, anche le turiste tedesche che sono capitate lì per caso muovono la testa. Chissà dove avrebbero rischiato di finire. Del resto anch’io, quando ho visitatori dall’estero, cerco sempre di portarli al Sinister Noise.

C’è un gruppo bielorusso che si chiama Eximperituserqethhzebibšiptugakkathšulweliarzaxułum

“Exi” per gli amici. La Bielorussia potrebbe essere meno peggio di quello che uno tende a immaginare. Ho un paio di contatti là (God bless couchsurfing) che non sono ovviamente grandi sostenitrici del regime ma viaggiano, portano avanti attività creative, fanno una vita edonista, bruciano la giornata lavorativa su facebook proprio come noi, eccetera. Tocca andarci a Minsk, prima o poi. Intanto ve li facciamo pure sentire ‘sti Exi, vah. Non sono affatto male, peraltro, death tecnico e brutale con una produzione fognaria alla vecchia. Entro l’autunno è previsto il full di debutto, intitolato, non sto scherzando, Prajecyrujučy Sinhuliarnaje Wypramieńwańnie Daktryny Absaliutnaha J Usiopahłynaĺnaha Zła Skroź Šaścihrannuju Pryzmu Sîn-Ahhī-Erība Na Hipierpawierchniu Zadyjakaĺnaha Kaŭčęha Zasnawaĺnikaŭ Kosmatęchničnaha Ordęna Palieakantakta, Najstaražytnyja Ipastasi Dawosiewych Cywilizacyj Prywodziać U Ruch Ręzanansny Transfarmatar Časowapadobnaj Biaskoncaści Budučyni U Ćwiardyniach Absierwatoryi Nwn-Hu-Kek-Amon, Uwasabliajučy Ŭ Ęfirnuju Matęryju Prach Ałulima Na Zachad Ad Ękzapłaniety PSRB 1620-26b.

EYEHATEGOD: tour a rischio, Mike Williams non sta bene con la capoccia

Secondo un comunicato apparso sulla pagina facebook del gruppo, “la stabilità mentale e la salute” del frontman sono diventate “un problema molto serio”, tanto che gli Eyehategod sono stati costretti a cancellare i concerti previsti in Australia e Messico. Le condizioni di Williams non gli consentirebbero di sopportare lunghi viaggi aerei e i medici hanno ordinato al cantante di prendersi un periodo di riposo, nella speranza che torni abile e arruolato per le date europee primaverili. La pietas è d’obbligo e speriamo che torni in forma per il Roadburn, dove gli americani dovrebbero esibirsi in una doppia performance alla quale mi dispiacerebbe davvero non assistere. Forza, Mike.

Diario romano

Dopo il troiaio di Piazza di Spagna (credo il questore sia l’unico qua a Roma a “non aver voluto il morto”), l’Olanda si riconcilia stasera con l’Italia grazie ad Anneke e Lucassen, che presentano dal vivo al Traffic il progetto The Gentle Storm, del cui disco circolano al momento solo un paio di anteprime. Vi farò sapere. Lunedì 23 tornano i Fatso Jetson al Sinister Noise, accompagnati dai Killer Boogie, dove ribecchiamo il chitarrista dei Black Rainbows e il batterista dei The Wisdoom. Giovedì 26, attenzione, Tygers Of Pan Tang al Jailbreak, mentre, per una serata più trucida e underground, ci stanno Endamaged, Forgotten Dust e Ozaena al Sinister, sempre il 26, e Murder Spree, Sumera e Biding The Reprisal al Closer il 28. Poi tutti caldi per il Romaobscura del 7 maggio, con i Moonsorrow headliner.

E, già che si parlava di Bielorussia, vi salutiamo con la prima puntata, sottotitolata in inglese, del clone made in Minsk di The Big Bang Theory. Ammetterete che non potevate continuare a vivere senza. Ovviamente la protagonista femminile è più fregna di Penny. Ciò era scontato ma ogni tanto va ribadita la supremazia estetica (almeno fino ai trent’anni) delle slave. Здравствуйте, друзья!

 


Radio Feccia #13

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chrisbarnes

A Seattle legalizzano la marijuana, Chris Barnes si trasferisce due settimane dopo

Quando nel 2012 l’ex cantante dei Cannibal Corpse (scusate, non riesco a scrivere “il cantante dei Six Feet Under“) seppe che era stata legalizzata la marijuana nello stato di Washington, secondo in Usa dopo il Colorado, vi si trasferì subito dopo l’entrata in vigore della legge, approvata con un referendum. “Vendetti la casa in due giorni, feci i pacchi e in due settimane ero lì”, ha raccontato Barnes a una radio di Seattle. Intanto lo scorso novembre è passato il referendum in Oregon, Alaska e Washington DC (nel distretto federale sarà però vietato fumare al di fuori delle mura domestiche). In sostanza ti puoi fare da scoppiato tutto il Northwest fino al circolo polare artico e poi magari morire di ipotermia nel sonno per distrazione o divorato dagli orsi, così concili il tuo lato stoner con quello grim & frostbitten.

L’intervista insiste sull’argomento e saltano fuori aneddoti toccanti, dai suoi genitori che coltivavano a quando si faceva le canne con Chuck Schuldiner.

“Ho avuto la fortuna di crescere in una casa dove mio padre e sua moglie erano, beh, molto progressisti; coltivavano cannabis e la vendevano. Quindi ricordo l’Acapulco Gold originale e la Panama Red, la vera Red, che sono state sradicate… Quindi, sì, la prima volta che ho fumato credo avrò avuto dodici anni, sarà stato il ’78 o giù di lì. Rubai un mozzicone dal posacenere, io e il mio migliore amico prendemmo la bici e andammo a correre e a fumarceli”.

Poi gli chiedono quale fosse l’altro maggiore fattone della scena death oltre a lui: “Era il mio buon amico Chuck Schuldiner. Era un grande compagno di fumate. Ora direi il mio buon amico Landphil Hall dei Cannabis Corpse“.

Purtroppo non tutti i paesi hanno normative così illuminate:

Tony Iommi chiede clemenza per i due australiani condannati a morte per spaccio di droga in Indonesia

L’anno scorso hanno eletto presidente dell’Indonesia il cinquantatreenne Joko Widodo, che vanta tra i suoi ascolti favoriti i Napalm Death. Il primo a scrivergli per domandargli di fermare la fucilazione di Andrew Chan e Myuran Sukumaran, da poco trasferiti nel braccio della morte, era stato proprio Barney Greenway. Pubblichiamo la missiva di Iommi, datata 3 marzo, integralmente e senza traduzioni, tipo messa in latino:

Your Excellency, I am writing to appeal to you to grant clemency to Andrew Chan and Myuran Sukumaran.

I understand and respect your efforts to combat drug abuse in Indonesia. I have seen first-hand the negative impacts that drugs can have on people and their families. That is why I understand your strong views on this issue.

The Indonesian prison system has had great success in transforming Andrew and Myuran. I appeal to you, as a forgiving man, to take note of their transformation. They are reformed men, who are making a positive difference to the lives of their fellow prisoners.

That they have been transformed so much is a real credit to the lndonesian authorities. For this reason, I would ask that you stop the execution of Andrew and Myuran.

Please allow them to serve out life sentences where they contribute to the wellbeing of lndonesia and make good for the error of their previous ways.

Tony Iommi,
Guitarist, Black Sabbath.

Remember the fallen: Ryan Stanek

Aveva 42 anni. Non sono note le cause del decesso. Il batterista era stato nei Broken Hope sin dagli esordi e si era ritirato dalla scene dopo il quarto album Loathing, forse il migliore della band di Chicago. Il gruppo fece un altro disco, il sotto tono Grotesque blessings, per poi sciogliersi e rifarsi vivo due anni fa con il notevole Omen of disease. Si tratta del secondo membro della formazione storica degli americani a morire prematuramente: il cantante Joe Ptacek si era suicidato nel 2010.

A volte ritornano: Sid Falck (ex Overkill)

Ai thrasher più curiosi magari farà piacere sapere che il batterista che suonò su Under the influence, The years of decay e Horrorscope (quello di Feel the fire e Taking over, Rat Skates, credo abbia invece pubblicato una biografia, un documentario o qualcosa del genere alcuni anni fa), risolti i problemi di salute, è di nuovo in pista con tali Infectus 13. Alla voce c’è Bob Barnak degli Speed Kill Hate, al basso c’è un tizio che Metal Archives dà come nuovo bassista dei Monstrosity, gli altri sono emeriti sconosciuti. Il genere è una specie di thrashone groovoso anni ’90, almeno a giudicare dal primo brano pubblicato, Enemy at the gate, che, se proprio ci tenete, potete ascoltare a questo link.

Diario romano

Venerdì 13 marzo, con la maschera di Jason addosso, si può andare al Sinister Noise, dove suonano Black Gremlin, Chronic Hangover e Gorilla Pulp. Il giorno dopo passano di lì gli Useless Eaters da Nashville. Al Traffic capitano i Soen martedì 19 e i Furor Gallico il giorno dopo. Sempre martedì 19, tornano i Radio Moscow all’Init. Se volete invece discutere con Charles di gruppi folk black argentini, lo beccherete sicuramente il 27 marzo al Planet (l’ex Alpheus) al concerto de Le Orme, con il tastierista storico Tony Pagliuca ospite e Divae e Rovescio della Medaglia di supporto. Qualora non sia il vostro genere, la sera stessa ci sono i Nero di Marte al Closer e i Vision Divine al Jailbreak. Si chiude il mese il 31 a botte di blast beat con Vader e Hate al Traffic.

Vi saluto con lo streaming di Tau, il nuovo disco dei Negura Bunget, che approfondiremo a breve e, per il momento, ci sta lasciando un po’ perplessi. Arimortis (Ciccio Russo)..


Trova anche tu una donna della razza migliore con i consigli del Conte Burzum

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Varg Vikernes ha pubblicato sul suo canale youtube, lo stesso che ci ha regalato i suoi stranianti tutorial di chitarra senza amplificatore (le armi costano), The key to good women’s hearts, una sorta di video motivazionale dove svela ai seguaci che glielo avevano chiesto (embè) il segreto per trovare in questo mondo malvagio e sempre meno ariano una “good and traditional woman” senza rivolgersi all’Islam come paventa Houellebecq. Ok, immagino che alla metà dei lettori che ancora non l’avessero saputo sarà appena imploso l’ipotalamo, quindi vi faccio prendere fiato un secondo.

Ci siete? Bene, ve lo ripeto: Varg Vikernes ha fatto un video dove spiega come trovare una buona donna della propria vita. Charles qua farebbe un discorso dalla negatività cioraniana su quanto l’uomo stia facendo di tutto per alimentare il personaggio, se non la macchietta da internet a uso e consumo di chi lo considera prima di tutto un assassino nazista piuttosto che un musicista in grado di schiudere scenari ultraterreni nella mente di chi ha la sensibilità adatta. Io sinceramente non so cosa dire, mi limito ad assistere muto all’ineluttabile, come se vedessi Cthulhu emergere al largo della spiaggia del Poetto.

Il video alterna primi piani di lui sul camioncino con frasi pregnanti vergate nell’amato Papyrus come: “È SEMPRE stato difficile per gli uomini trovare brave donne, ciò è parte del processo di selezione naturale, un processo che è peraltro molto importante per la qualità della razza”. E poi: “Perché credete che le fiabe ci raccontino di eroi che si guadagnano la donna più bella come sposa? Perché è così che funziona. Sii un eroe e sarai in grado di scegliere tra le migliori donne della nostra razza. Nessuno nasce eroe: è una scelta che devi fare tu“. L’aforisma migliore arriva però a fine video: Faint hearts never win fair ladies, un livello di epicità e poesia al quale non sarebbero arrivati nemmeno i Manowar.

Stacco sul faccione bonario di Vikernes, sempre sul camioncino o quello che è, che fa con aria protettiva e rassicurante: “Cosa ti sta trattenendo? Perché non stai facendo qualcosa che ti renda noto, che ti dia gloria (…)? È quanto si faceva in passato ed è quanto devi fare ancora oggi per trovare una buona moglie”. A me sinceramente ha convinto. È un discorso che fila. E poi Vikernes un paio di cose importanti nella vita le ha fatte, a parte i roghi di chiese e le coltellate in testa.

Non conosco la materia ma immagino che siano molto peggio i mefitici video motivazionali standard con l’americano sorridente che ti dice che, se ci credi, puoi realizzare ogni tuo desiderio, anche se vivi nel campo profughi di Dadaab e hai la malaria. Alla fine il Conte Burzum vuole solo darti un consiglio da fratello maggiore su come trovare una brava ragazza. Come direbbe Benito Urgu in una delle sue migliori interpretazioni, e mi sembra una cosa giusta (Ciccio Russo).


R.I.P. Circolo Degli Artisti (1989 – 2015)

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Motorpsycho - 20 Maggio 1997Il Circolo degli Artisti ha chiuso, forse solo temporaneamente, ma ha chiuso. Da un paio di giorni i sigilli delle forze dell’ordine agghindano il cancello di via Casilina Vecchia n.42. Le ragioni su cui tutti speculano da mesi non sono chiarissime ma, secondo quanto riportato sulla stampa negli ultimi giorni, sembrano girare intorno a tre accuse principali: mancanza di permessi, affitto non pagato, e, la più paradossale, amianto sotterrato nel giardino. Magari non andrà a finire con una chiusura definitiva ma non so davvero cosa pensare, né cosa augurarmi. Perché, se da una parte c’è l’affetto per un posto che frequento da una ventina d’anni, dall’altra il quadro che ne esce non è proprio edificante ma soprattutto orribilmente aderente alle storie di mafiette varie alle quali siamo abituati in altri contesti. Senza entrare nei dettagli, sembra che la struttura abbia vissuto tutti questi anni in un’aura di semi-illegalità sotto la protezione di qualche politico e che poi ad un certo punto questa copertura sia venuta a mancare o non sia stata più sufficiente. Bella merda. La questione dell’amianto poi si commenta da sè e trovo patetici i tentativi di rispondere con cose quali “sì, l’abbiamo fatto, ma l’abbiamo fatto con cautela” (questo il succo, dallo loro pagina fb, nei commenti): alle volte si fa più bella figura a stare zitti.

Purtroppo, però, se dovesse andare a finire male, sarebbe una perdita non indifferente. In una città come Roma in cui i locali per ascoltare musica dal vivo che non siano cover band di Ligabue muoiono come mosche (Air Terminal, Frontiera, Spazio Boario, Palladium, Horus…), il Circolo ha rappresentato per molto tempo l’unico elemento di vera continuità; in anni in cui la parola ‘locale’ evocava in maniera esclusiva pariolame vario, Stan Smith bianche e selezione all’ingresso, il Circolo è stato la quasi unica alternativa possibile per i non-decerebrati: dalle serate Parucca Night nella vecchia sede di Via Lamarmora fino alla oramai classica location di via Casilina, uno dei pochi posti in cui, se hai ospiti che vengono da fuori, non ti vergogni a portarceli. Dal punto di vista personale non può che dispiacermi, per un periodo ho abitato proprio lì dietro, avevo sempre gli accrediti e ci andavo almeno un paio di volte a settimana, anche da solo. Nel corso degli anni ci ho visto moltissima roba in una gamma che va dai Kyuss a Patrick Wolf, dai SunnO))) ai Kaiser Chiefs, dagli Sleep ai Twilight Singers (in quell’occasione presi a male parole una tizia dietro di me che non la smetteva di lamentarsi con le amiche che il ragazzo non l’avesse telefonata da quattro giorni – “perchè quando Greg Dulli canta tu devi stare zitta, perdio”). 

Al di là di tutto, quello che mi stupisce di più sono le reazioni da ultras delle varie fazioni che si leggono online dall’altro pomeriggio: si va da quelli che per qualche motivo godono della situazione e augurano morte e fallimenti perché la programmazione non era di loro gradimento a quelli, immancabili, che se la prendono con la politica italiana rea di “uccidere la cultura, togliere lo spazio ai giovani” o altre menate del genere fino agli assoluzionisti a prescindere per i quali evidentemente il diritto al proprio drinkino nel giardinetto è maggiore di qualsiasi concetto di legalità e/o sicurezza. E per i quali quindi l’unica cosa sensata da fare è difendere a spada tratta chi glielo sta mettendo nel culo. Insomma, anche su una faccenda del genere si può accendere una rivalità da salotto di Bruno Vespa, una roba che fa veramente cadere le palle e che allora mi rende ben contento di non avere un’opinione definita in merito.
Che poi a me, più di ogni altra cosa, mancherà la barista fregna che stava al bancone esterno.

PS: al Circolo degli Artisti (vecchia sede) ha avuto luogo quello che forse è il concerto migliore a cui abbia mai assistito.

Motorpsycho 29 Maggio 1997, la setlist era questa:
Kill Some Day
Mad Sun
S.T.G.
Manmower
Starmelt/Lovelight
Swiss Cheese Mountain
Un Chien d’Espace
Into The Void
Vortex Surfer
Heartattack Mac
Greener
Walkin On The Water
Flick Of The Wrist
The Golden Core – Wonderfullissima


Gli ANTHRAX dedicano una serenata a Cersei Lannister

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Cersei Lannister medita sugli orribili supplizi ai quali sottoporre i rapper che hanno partecipato al mixtape di Game of Thrones

 

L’anno scorso per qualche motivo la HBO decise di accompagnare l’uscita della quarta stagione di Game of Thrones con l’imperdibile Catch the throne, una compilation di brani rap (musica notoriamente evocativa delle atmosfere di A song of ice and fire) con campionamenti della colonna sonora della serie. Il secondo volume è appena uscito in streaming su Soundcloud e questa volta, oltre ai vari Snoop Dogg, Method Man e Ty Dolla $ign (iddio santissimo), ci sono pure quattro gruppi metal: Killswitch Engage, Mushroomhead, Mastodon e Anthrax. Dei primi due, vabbè, mi frega nulla. E, in generale, l’operazione lascia il tempo che trova (io avrei chiamato i Manowar e i Manilla Road). Il pezzo dei Mastodon ispirato agli Estranei, uscito una decina di giorni fa, soffuso e vagamente evocativo, non era male, però:


Ed è carina pure questa Soror Irrumator (per i meno latinisti, irrumatio equivale a fellatio) dedicato dagli Anthrax (Scott Ian, da sempre orgogliosamente nerd, può essere pure abbia letto i libri) alla dolcissima Cersei Lannister. Ricorda abbastanza lo stile di Worship Music, il cui successore sta venendo inciso proprio in questi giorni. Ascoltiamola con l’amara coscienza che la quinta stagione sarà l’ultima che noi lettori potremo guardare, dato che Ciccio Martin, che mi pare una persona di buon appetito, sembra troppo occupato a mangiare doppi cheeseburger di bisonte rifritti nella sugna per finire di scrivere The winds of winter in tempo per fine anno ma la serie andrà avanti comunque. George, ti voglio bene, però che cazzo. Almeno pubblica su internet i risultati delle tue analisi un paio di volte all’anno, così, se sappiamo che il colesterolo e le transaminasi sono a posto, non stiamo troppo in pensiero.


Radio Feccia #14

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La quinta stagione di METALOCALYPSE non si farà

E questo è un durissimo colpo. Nel caso non lo sapeste, si tratta di una serie Usa a cartoni animati avente come protagonista un immaginario gruppo death metal, i Dethklok, “talmente famoso da essere la settima potenza economica mondiale”. Se non l’avete mai visto, vi perdete qualcosa di divertentissimo. Nonostante un successo che suppongo non indifferente (esiste un’incarnazione live dei Dethklok, con Gene Hoglan alla batteria, che va in tour per gli States a suonare i pezzi eseguiti dalla band nel programma, raccolti in due dischi che risultano essere gli album death metal che hanno raggiunto la posizione più alta di sempre nella classifica di Billboard), la Adult Swim ha deciso di non rinnovare lo show dopo la quarta stagione, che si era conclusa con il tenero Toki Wartooth (not a bumblebee), l’ingenuo, nonché psicotico, chitarrista norvegese, rapito e trasportato in una dimensione parallela non identificata da un’orda di demoni. Il creatore Brandon Small, che non ci ha potuto fare assolutamente nulla, ha giustamente aizzato l’internet, il quale ha risposto con una petizione online per spingere la rete a cambiare idea. Ovviamente ho firmato (EDIT: la lettrice Martina ci fa sapere che la sorte di Toki viene svelata nel musical Doomstar Requiem, che ammetto di non aver ancora visto, mea culpa).

Abbath mette gli IMMORTAL in ghiacciaia

Non essendo riuscito ad assicurarsi i diritti esclusivi sul nome, dopo l’addio di Demonaz e Horgh, il musicista andrà avanti con un progetto denominato semplicemente “Abbath”, che registrerà un nuovo disco entro l’anno prossimo e continuerà a esibirsi dal vivo.

Remember the fallen: A.J. PERO e SCOTT CLENDENIN

Alcuni giorni fa è morto a 55 anni A.J. Pero, batterista dei Twisted Sister, band la cui formazione era rimasta di fatto immutata a partire dal primo disco. Dee Snider ha fatto sapere che Pero è morto di un attacco cardiaco durante il sonno. Jay Jay French ha spiegato invece che i Twisted Sister dovrebbero partecipare ai festival già annunciati per quest’estate con un altro batterista per poi sciogliersi definitivamente nel 2016. Ieri ci ha invece lasciato Scott Clendenin, bassista altrimenti al di fuori del giro heavy metal che suonò su The Sound of Perseverance dei Death e aveva fatto parte della prima formazione dei Control Denied di Chuck Schuldiner. Aveva da tempo di problemi di salute. Clendenin aveva preso parte ai primi due tour del progetto Death To All, abbandonato nel 2013. Aveva 47 anni. Riposino nel paradiso della sezione ritmica, dove nessun chitarrista scrive assoli che durino più di quattro battute.

Gli IRON MAIDEN “estremamente ottimisti” sul recupero di Bruce Dickinson

Come saprete, il cantante ha concluso da poco un ciclo di cure per un tumore alla lingua, che era stato fortunatamente identificato nella sua fase iniziale. Secondo quanto comunicato dalla band, non c’è tuttavia ancora la certezza totale che il cancro sia stato eliminato al cento per cento e Dickinson dovrà restare lontano dai palchi per ancora qualche mese. Forza, Bruce.

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Doveroso bonus per i più rattusi

JULIETTE LEWIS in un supergruppo con gente di MASTODON e THE DILLINGER ESCAPE PLAN

Ben Weinman, chitarrista dei Dillinger, stava parlando da un po’ di un side-project, tali Giraffe Tongue Orchestra, che avrebbe coinvolto inoltre Brent Hinds dei Mastodon all’altra chitarra, Thomas Pidgen dei Mars Volta alla batteria e il bassista Pete Griffin, turnista di lusso per gente come Steve Vai e Chick Corea (non sappiamo se, da qualche parte, esista anche un batterista session di nome Homer Simpson). È di pochi giorni fa la notizia che la formazione verrà completata da… Juliette Lewis alla voce. L’attrice si era data al rock nel 2003 con i The Licks, che ho visto un paio di volte per caso, dato che all’epoca li trovavi nella bill di qualsiasi festival, concerti del primo maggio compresi. Poi aveva fatto un altro gruppo del quale mi ero assolutamente disinteressato, così come del precedente, del resto. La sensazione è che manco dei fantasmagorici Giraffe Tongue Orchestra mi fregherà nulla. È opportuno ricordare che ‘sta scema fa parte di quella congrega di pericolosi sciroccati che è Scientology.

I W.A.S.P. annunciano un nuovo disco

L’album si chiamerà Golgotha e uscirà in estate su Napalm. Mi mancava il vecchio Blackie.

I BLACK SABBATH si scioglieranno dopo il concerto all’Ozzfest giapponese di fine novembre

Voi ci credete? Ozzy Osbourne ha affermato di sperare che Bill Ward possa fare un’apparizione.

Anteprima del debutto dei TAU CROSS, alla batteria c’è Away dei VOIVOD

E voi sapete che, se c’entrano i Voivod anche solo di striscio, ne devo scrivere per forza. La superband è completata da Rob Miller dei purtroppo nuovamente defunti Amebix, Andy Lefton dei War/Plague e Jon Misery dei Misery. Il debutto omonimo uscirà a maggio su Relapse e, a giudicare da Lazarus, prima anticipazione del disco (potete ascoltarla cliccando qui), potrebbe rivelarsi una delle sorprese del 2015, per utilizzare un’espressione da pennivendolo musicarello standard.

AFROMAN stende con un pugno una donna durante un concerto

Il fattaccio risale al mese scorso ed è avvenuto a Biloxi, Mississippi. La ragazza si era resa colpevole di aver disturbato il nostro amico danzandogli intorno durante un assolo. Il cantante, idolo minore di tutti i cannabinomani per la celeberrima hit Because I got high, è stato  arrestato e rilasciato su cauzione e ha tentato di difendersi asserendo che si fosse trattato di un “riflesso involontario”. A me sembra un diretto che manco Mike Tyson. Qua sotto il sordido video. Lascio agli esperti di boxe eventuali commenti tecnici sulle doti pugilistiche, probabilmente superiori a quelle chitarristiche, di Afroman che, a quanto pare, deve aver smesso di farsi le canne se è diventato così irascibile.

I punched a girl in the face, ’cause I didn’t get high
She was messin’ up my solo’s pace, ’cause I didn’t get high
Now I’m in a jail, wanna know why?
’cause I wasn’t high, ’cause I wasn’t high, ’cause I wasn’t high

Anche la foto segnaletica non è male:

afroman_mugshot

Buona giornata, amici del vero metal, mi raccomando: state lontani dalla droga ma non troppo (Ciccio Russo).


#Je Suis Black Pussy

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Rogo_della_strega

C’è un gruppo di fricchettoni stoner di Portland che si chiama Black Pussy. Un nome rock’n’roll come un altro, direte voi che non avete le tarme nel cervello. Invece due settimane fa i soliti sveglissimi attivisti dei miei coglioni pelosi e sudati hanno lanciato una petizione online per convincerli a cambiare nome, altrimenti avrebbero subito non meglio specificati boicottaggi. Sapete come funziona internet: la tensione è arrivata subito a un punto tale che la band, al momento in tour, è stata costretta a cancellare una data a Raleigh dopo aver ricevuto serie minacce di violenza fisica. Siamo negli Usa, lì qualsiasi demente può comprarsi una pistola, quindi c’era poco da scherzare. Al mio paese questo si chiama squadrismo. I Black Pussy hanno pure dovuto subire l’umiliazione di rilasciare un comunicato dove spiegavano che loro non hanno nulla contro neri, donne, pastafariani, etc. E grazie al cazzo, direte voi che non avete le termiti nell’encefalo. Sono dei fricchettoni stoner, per la puttana. Ma purtroppo al mondo ci sono un sacco di imbecilli fanatici e, ora che le loro manifestazioni di disagio mentale finiscono per fare massa critica sui social network (invece di far scattare Tso collettivi), non possiamo ignorarli. Non dobbiamo ignorarli.

La faccenda è talmente triste e deprimente che non ho manco voglia di aggiungere ulteriori particolari, oltre a non avere nemmeno la forza per commentare. Se volete approfondire, vi rimando all’articolo di Metal Sucks. Dico solo che ‘sta storia è un “segno dei tempi” estremamente preoccupante che non sono riuscito a non collegare alla questione della copertina “misogina” di Batgirl o all’altrettanto patetica censura dei “manifesti sessisti” a Roma.  O, che so, chi segue il suo blog si ricorderà di quando Nebo fu licenziato da GQ perchè una mentecatta su youtube (pardon, una youtuber) aveva frainteso totalmente un suo articolo, considerandolo “misogino”, sulla pornostar Christy Mack picchiata a sangue dal fidanzato e ne era nata tutta una campagna online grazie ad altri cerebroesenti suo pari (ma ancor più cretino è il direttore della testata che diede loro peso, a uno così non darei in mano manco un bollettino parrocchiale). Cristo, ‘sta gente non dovrebbe nemmeno poter votare.

Si stanno incrociando due dei fenomeni più pericolosi dell’era di internet, con conseguenze potenzialmente devastanti: da una parte l’isterico chiudersi a riccio di chi dentro è talmente vuoto da aver bisogno, per costruirsi un’identità, di ascriversi a una qualunque presunta minoranza oppressa, dai fruttariani agli interisti, dall’altra il fatto che opinioni di idioti che non meritano manco di respirare riescano comunque a trovare risonanza. Non sottovalutiamo ‘ste stronzate. Personalmente, sto iniziando a cacarmi sotto. Siamo tutti Charlie un paio di palle. (Ciccio Russo)



Kiko Loureiro è il nuovo chitarrista dei MEGADETH

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KikoLoureiro-DaveMustaine

Ho smesso di seguire gli Angra (che a loro volta hanno fatto una mossa surreale prendendosi Fabio Lione) dopo Fireworks, quindi l’ultimo ricordo che ho relativo a Kiko Loureiro risale all’anno scorso quando, in occasione della Notte dei Musei di Roma, fece un set acustico al Chiostro del Bramante. Quella sera avevo altro da fare ma come idea suonava bizzarra e suggestiva allo stesso tempo. Quindi non ho nulla di particolarmente profondo da dire su Kiko Loureiro, che è stato appena annunciato come nuovo chitarrista dei Megadeth. Indiscrezioni in merito erano già uscite su Blabbermouth due settimane fa.

Questo il comunicato di Dave Mustaine:

Ho incontrato Kiko per la prima volta otto anni fa, durante una sessione fotografica per la rivista Burrn! Non avevo idea di chi fosse, sapevo solo che aveva un talento incredibile e che lo Staff di Burrn! lo teneva in grande considerazione. Da allora mi sono potuto rendere conto di che virtuoso della chitarra sia e sono fortemente incoraggiato dalla sua profondità e dal suo talento. Pochi altri ex Megadeth hanno avuto lo stesso tocco e la stessa abilità tecnica di Kiko. Come dice Frank Sinatra, “il meglio deve ancora venire”!

Eravamo rimasti lo scorso novembre con l’abbandono simultaneo di Chris Broderick (il mio preferito tra i successori di Friedman) e del batterista Shawn Drover, che aveva resistito ben sei anni più del fratello Glen, uscito nel 2008. Per la cronaca, i due hanno annunciato da poco una nuova band con l’ex Scar The Martyr Henry Derek Bonner alla voce e Matt Bachand degli Shadows Fall all basso. Nei mesi successivi sono stato tra gli scemi che credevano che una reunion della formazione di Rust in peace non fosse poi così impossibile o che Mustaine riuscisse a tirare dentro almeno Marty Friedman. Sul prossimo disco, le cui registrazioni inizieranno a breve, la batteria sarà suonata da Chris Adler dei Lamb of God, che al momento risulta però solo come session, tipo Vinnie Colaiuta in The system has failed. Io è da allora che mi domando per quale diavolo di motivo Dave Mustaine avesse chiamato Vinnie Colaiuta (Ciccio Russo).


Phil Rudd confessa, rischia fino a sette anni

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Delle antipatiche disavventure legali che hanno coinvolto Phil Rudd, costringendo gli Ac/Dc a riesumare Chris Slade per quello che sarà probabilmente il loro ultimo tour, abbiamo già scritto più volte. Dopo essere stato prosciolto dall’accusa più grave (quella di tentato omicidio per procura), il batterista si è recato ieri presso il tribunale di Tauranga, in Nuova Zelanda, per rispondere delle imputazioni ancora in piedi: minacce di morte e detenzione di stupefacenti (mezzo grammo di metanfetamina e un etto scarso di marijuana, poca roba quindi). Rudd si è dichiarato colpevole di entrambi i capi d’accusa e il suo avvocato, Craig Tuck, ha liquidato la faccenda come “una semplice telefonata arrabbiata” a un ex dipendente, reo di aver organizzato in modo inadeguato il lancio del suo album solista Head Job.

Il legale punta a sfruttare una norma neozelandese che permette a un giudice di non emettere una condanna qualora le conseguenze negative del caso sull’imputato, anche reo confesso, superino la gravità del reato. In questo modo Rudd, che sulla carta rischia fino a sette anni, non solo non andrebbe in carcere ma non potrebbe nemmeno venire condannato. Tuck ha infatti parlato di “danni incalcolabili” per l’immagine e la carriera del musicista e ha annunciato, a sua volta, azioni legali a tutela del cliente, che resterà fuori su cauzione fino al 26 giugno, giorno nel quale verrà pronunciata la sentenza.

Personalmente, ora che sappiamo che Rudd è finito nei guai per delle minchiate, alla stima e il rispetto già immensi (che a fare la vita rock’n’roll a vent’anni son buoni tutti, provateci a sessanta) si aggiunge pure una certa qual solidarietà umana (Ciccio Russo).


HELLFEST: Blashyrk bruciato dai fanatici religiosi, la storia che commuove il web

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Un paio di giorni fa, a Clisson, in Francia, il luogo dove si tiene l’Hellfest è stato vandalizzato da alcuni fanatici religiosi, che si sono certamente guadagnati il paradiso compiendo la valorosa impresa di spaccare cose a caso e inoltre scrivere con la bomboletta sui muri, gesto che personalmente ho sempre ritenuto molto intelligente, così in generale. Anzi, visto che è capitato il discorso, ci tenevo a mettervi al corrente dell’enorme stima che provo verso chi scrive sui muri con le bombolette. Ho sempre ritenuto che siano tutti persone molto brillanti, in gamba, e meritevoli di un arco di trionfo apposito sulla via Tiburtina in fondo vicino al McDonald, dove ci sono le mignotte. Pensate quanta simpatia possa avere per questi tizi che non solo sono, di base, nemici del vero metal; sono pure una specie di fanatici religiosi black bloc, una combo che già da sola varrebbe il costo di un lanciafiamme con cinque-sei ricariche belle pronte; ma scrivono pure sui muri con quelle cazzo di bombolette, e scrivono VADE RETRO SATAN, una cosa al livello dei testi dei Dark Funeral. Ci hanno disegnato pure il Sacro Cuore, così Satana l’anno prossimo ci pensa due volte prima di manifestarsi all’Hellfest come ha fatto durante i Black Sabbath l’anno scorso. Capito che soggetti? Potrebbero organizzarsi in qualche cellula armata clandestina che lancia bombecarta nel nome di Gesù. Potrebbero chiamarsi, non so, Panzer Division San Giuseppe o qualcosa del genere; si accettano suggerimenti.

Ma la cosa più grave è che questi cani infedeli hanno bruciato Blashyrk! Ne avevo parlato nel report dell’anno scorso: Blashyrk era un enorme corvo posto su un’alta pedana più o meno al centro dell’area concerti, che veniva usato come punto di riferimento e di ritrovo. Il nome gliel’ha dato Michele Romani, quindi è così. Blashyrk era il crudele corvo nero che sorvegliava le anime dei morti, ma questi quattro traditori dell’acciaio lo hanno ridotto in cenere e per questo verranno scuoiati vivi e i loro corpi agonizzanti cosparsi di sale ogni giorno fino al Ragnarok, in cui finalmente bruceranno, mandando le loro anime nell’Helheim a fare il gioco della saponetta nello spogliatoio del Milan per l’eternità. Noi non abbiamo parole adeguate per esprimere il senso di vuoto che proviamo; ci affideremo all’immagine: 

Di seguito alcuni estratti dei comunicati che trovate sulla pagina fb dell’Hellfest:

Nella notte tra sabato 2 e domenica 3 maggio, alcuni individui si sono introdotti nel sito dell’Hellfest. Ancora una volta, il festival è vittima di attacchi di gruppuscoli cattolici, ma ora dalle parole sono passati ai fatti! […] Stamattina abbiamo trovato molti danni: vandalismo e graffiti su sculture e contenitori, distruzione di varie strutture e aree verdi (tra le scritte, ‘J-47: primo avvertimento’, ‘Vade retro Satan’ etc).

Il nostro corvo e una parte dei camini dello Hell City Square (dove c’è il mercatino, ndbarg) sono ridotti in cenere. Hanno sigillato le guaine dei cavi elettrici e hanno tagliato i tubi dell’acqua. […] Vi chiediamo di non compiere ritorsioni con la comunità cattolica. Questi attacchi vengono da alcune minoranze, e sarebbe ingiusto associare questi atti all’intera comunità cattolica.

Chiudono assicurando che tutto ciò non influirà sulla puntualità e buona riuscita del festival, e dicendo di non voler parlare troppo sulla vicenda; e difatti non ci sono molti altri dettagli da dare. La prossima volta che avrete un boccale in mano alzatelo a Blashyrk, il punto di ritrovo più grim and frostbitten di tutti i tempi. (trainspotting)


Radio Feccia #15

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Arrosticini, cannoni e caproni: tutti al TUBE CULT FEST

C’è gente che non muove il culo dalla poltrona manco se suonano gli Iron Maiden dietro casa e c’è gente che si organizza il mese prima per andare a vedere i Belzebong a Pescara. Tipo noi. Perché, se non vai a vedere i Belzebong a Pescara, Satana se la prende a male e noi vogliamo sempre evitare che Satana se la prenda a male. Il Tube Cult Fest, giunto alla settima edizione, si svolgerà questo weekend, 15 e 16 maggio, in due locali: l’Orange e il limitrofo Maze. Oltre ai fattoni polacchi, che saranno headliner il secondo giorno, ci saranno Shores of Null (in acustico), Methadone Skies, Hyperwulff, Black Rainbows (che stanno ormai superando gli Obituary nella classifica dei gruppi che ho visto più volte dal vivo), Unhold, Mu, Bemydelay, The Haunting Green (bel nome), la bravissima Lili Refrain, Last Minute To Jaffna e Simeon Soul Charger con un doppio show. Insomma, una due giorni dedicata alle cose che veramente contano nella vita: il RIFF, le droghe e gli arrosticini di pecora. Metal Skunk sarà presente con una delegazione composta dal sottoscritto, Trainspotting, Enrico, il Masticatore e il fiero e potente Cesare Carrozzi, che scenderà dai monti aquilani a cavallo di Kruscev, il suo adorabile orso marsicano domestico, che utilizza anche come sparring partner quando si allena tirando di boxe a torso nudo in mezzo alla neve. Se volete offrirci sostanze stupefacenti o presentarci la vostra cugina ninfomane, ci si becca là.

FAITH NO MORE: Sol Invictus in streaming su Npr

Domani uscirà la recensione di Charles, l’uomo che in un’ipotetica Università del Metallo avrebbe la cattedra di Faith No More. Se non avete ancora ascoltato Sol Invictus, lo trovate in streaming a questo link. Intanto, durante un recente concerto a Detroit, ha fatto un’apparizione Chuck Mosley.

Slash: una reunion dei GUNS’N’ROSES? Mai dire mai

Lo sapevo. Per la cronaca, credo sia la prima volta in assoluto che il chitarrista apre a una prospettiva del genere.

Tornano gli SKINLESS con un video gradito al Bastardo di Bolton

Ero parecchio affezionato ai brutallari newyorchesi, scioltisi nel 2011, quindi ho accolto con gran giubilo il loro ritorno in pista sacrificando una salsiccia di fegato a Cthulhu. Only The Ruthless Remain, l’album della reunion, uscirà su Relapse il 2 giugno e, a giudicare da questo nuovo pezzo, intitolato prosaicamente, Skinless, promette dannatamente bene. Nel video di cui sotto si vede un malcapitato, vagamente somigliante a Barney Greenway, la cui faccia viene scuoiata dal mad doctor di turno, anch’egli privo di cute in ossequio al nome del gruppo. Ramsay Snow approverebbe.

Il 21 agosto esce il nuovo album dei GHOST

Si chiamerà Meliora. Speriamo che il nomen si riveli omen; Infestissumam non mi era garbato granché, anche se c’è chi lo adora. Il primo singolo sarà disponibile a fine mese.

Sul prossimo disco dei DEFTONES ci sarà un’apparizione di Jerry Cantrell

Tutta gente alla quale vogliamo molto, molto bene. Tra i gruppi a noi cari che sono entrati in studio segnaliamo anche The Haunted e Rotting Christ. I Cryptopsy, invece, opteranno per una serie di ep in successione non si sa quanto rapida, come i Down.

Diario romano

Giovedì 14 maggio, se siete tough guyz dell’arcorz come Manolo e il Messicano, ci stanno Bane e Comeback Kid al Traffic. Il giorno dopo, nello stesso locale, suonano gli Elvenking, mentre al Closer passano gli Mpire of Evil, ovvero il gruppo degli ex Venom Mantas e Tony Dolan (di supporto due gruppetti mica male quali Witches of Doom e Funeral Mantra), che poi torneranno qualche mese dopo con Abaddon alla batteria e il moniker di Venom Inc. Sabato 16 invece si cavalca in groppa ai rosaelefanti al Sinister Noise con i nostri amati White Hills (di spalla gli ottimi Void Generator, per me tra le migliori formazioni space rock italiane). Tutta roba che almeno io e Roberto ci perderemo perché in trasferta abruzzese per il succitato Tube Cult Fest. Rimedieremo il giorno dopo con i leggendari Angel Witch, che si esibiranno al Traffic e avranno di spalla Doomraiser, Cromo, Hi-Gh e, chissà perché, i Plakkaggio HC, autori di un meravigliosissimo pezzo che è tra gli inni ufficiosi di Metal Skunk. Ci si riposa fino a giovedì 21, con i Tokyo Sex Destruction di scena al Sinister, che il 30 ospiterà inoltre i The Wisdoom, una di quelle band che possiamo dire di conoscere da quando erano piccole così. Il 28, invece, appuntamento obbligatorio al Closer con i Negura Bunget. Io e Charles ci prepareremo facendo incetta di sarmale e birra Ursus al supermercato rumeno sotto casa mia.

Vi salutiamo con un altro video assai delicato, quello di Open Coffin Orgy dei Six Feet Under, tratto dall’imminente Crypt Of The Devil. Dopo l’esordio Haunted, del gruppo di Chris Barnes non mi fregò più nulla ma gli ultimi Unborn e Undead, sorpresa, mi piacquero inaspettatamente. Questo pezzo non è niente di che ma stavolta il beneficio del dubbio se lo meritano. Arimortis (Ciccio Russo).


Radio Feccia #16

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Testi di Charles e Ciccio Russo

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Il Turillone nazionale ci offre un’altra anticipazione dal nuovo album

Che si chiamerà Prometheus, Symphonia Ignis Divinus Insanus. Dai, scherzo, senza Insanus. Però suonava bene. Il teaser, tutto strumentale, mi ha fatto immediatamente pensare a una roba tipo Concerto Suite for Electric Guitar and Orchestra in E flat minor Opus1, ve la ricordate? Io sono quello meno titolato a parlare dei Rhapsody, visto che non ho mai seguito la telenovela dello scioglimento e dello sdoppiamento di personalità, però la seconda anteprima (la trovate a questo link) mi fa ben sperare, dai.

DeFeis accusa di plagio il tizio dei Fadades: “Sono stato io il primo a introdurre il MEEOOWW nel metal”

Suvvia, si scherza, ma è la prima cosa che m’è venuta a mente dopo aver ascoltato l’imbarazzantissimo nuovo pezzo dei Virgin Steele. Ora, io sono un grande fan di DeFeis e amo quella sua vocina sempre più finta e stridula, ma qui siamo davvero al punto di non ritorno. Meeow!

10305176_10153158969219961_3903508328999939565_nI TIAMAT al lavoro su nuovo materiale. Ma non si erano sciolti?

E io mi ricordo bene, ci avevo scritto pure un pezzo. Ma Johan, si sa, sta fuori con l’accuso e probabilmente avrà scritto quelle due righe polemiche su faccialibro in un qualsiasi momento di confusione da abuso di psilocybe tea per poi dimenticarsi tutto un attimo dopo. Vabbè, ‘sta cosa del nuovo disco mi eccita come la cena di Natale coi parenti.

I SYMPHONY X ci riprovano

Ma non emozionano. Il nuovo singolo non è affatto memorabile. Per carità, sempre suonato da dio però lo trovo retorico e già sentito mille volte. Il penultimo album, Iconoclast, era una cazzo di bomba, secondo me. Da questo qui, Underworld, sinceramente non mi aspetto molto, per il semplice fatto che le anteprime degli X di solito corrispondono ai pezzi migliori del disco.

I NE OBLIVISCARIS sono l’ultima Big Thing del metal

Certo, non hanno ancora il seguito planetario che si meriterebbero ma ormai l’ho detta. Quindi, per spammare come se non ci fosse un domani, qui di seguito troverete il nuovo live video di Painters of the Tempest (Part II): Triptych Lux, terzo movimento (Curator), secondo brano della suite omonima in tre atti tratta dall’ultimo devastante album Citadel. Spiegare i Ne Obliviscaris non è cosa facile ma per darvi un’idea di quanto fossero grandi già ai tempi degli esordi, andatevi a recuperare gli ultimi due stupendi EP, Sarabande To Nihil, di cui abbiamo già parlato, e Hiraeth, entrambi riarrangiamenti di vecchi pezzi, pubblicati grazie ad una campagna di crowdfunding iniziata nel tour dell’anno scorso.

Il nuovo pezzo del progetto Lindemann/Tägtgren è inutile

Poi c’è il video che è anche peggio. Mi astengo da ulteriori commenti a parte una semplice domanda: perché i due hanno avvertito l’urgenza di mettere su questo progetto insieme?

E ci sono pure i GHOST

Che a me sia Opus Eponymous che Infestissumam erano garbati. Col tempo ho scoperto che il secondo si fa ascoltare con ancora più piacere dell’album di esordio. Se uno li prende per quello che sono, una piacevole rivisitazione stilistica di sonorità datate, che vanno dai Beach Boys al progressive rock, da ascoltarsi senza troppe attese, è difficile rimanerne indifferenti. Certo, tutto quello che vi ruota attorno, il mistero effimero delle identità sconosciute, delle maschere e così via, può dare fastidio ma può anche attirare, come una lampadina accesa le falene. Per quanto mi riguarda, visto che musicalmente ne apprezzo le melodie e la leggerezza compositiva, cerco di ignorare l’operazione commerciale che c’è dietro e non farmeli andare di traverso. Questa è la prima anticipazione da Meliora:

Roddy Bottum rilascia un’intervista a Buttmagazine, rivista on-line per gay

Il tastierista dei Faith No More che, come è noto, è omosessuale, scherza con l’intervistatore sul suo cognome Bottum/butt. Non ce ne frega un cazzo di tutto ciò (anche se siamo sicuri che questa notizia farà ridere di gusto la signora Boldrini) e l’ho messa soltanto come scusa per chiedervi: ma alla fine vi è piaciuto o no il nuovo disco dei FNM? Ps. Ieri i cinque di Frisco hanno suonato a Milano; se ci eravate, fateci sapere come è stato.

Gli HELLOWEEN non ci vogliono bene

Se così non fosse non avrebbero inciso un disco così barboso come My God-Given Right, da cui ci offrono la title-track in anteprima. Va bene la puntualità teutonica dell’album ogni due anni (o la clausola contrattuale con la label, se preferite), vanno bene pure i soldatini di Star Wars con la testa di zucca, vanno bene pure le signorine in abiti succinti, ma su tutto questo circo poi mi ci dovete mettere su almeno un pezzo decente. Così non è. Non credo che ne sentirete parlare nei prossimi tempi su questi schermi. (Charles)

MEGADETH: secondo Nick Menza la reunion della formazione di Rust In Peace è naufragata per motivi di soldi

È venuto fuori quello che avevamo immaginato un po’ tutti: prima che Dave Mustaine reclutasse Chris Adler dei Lamb Of God e Kiko Loureiro degli Angra (Kiko Loureiro degli Angra!) per incidere il prossimo disco, era stato fatto un tentativo di rimettere in piedi la line-up di Rust In Peace. Secondo il batterista, le prove stavano andando benissimo, gli avevano ridato il posto dopo tre giorni e tutto sarebbe saltato perché non intendevano pagarlo per le registrazioni ma solo per il successivo tour. Secondo Dave Ellefson, invece, lui e Mustaine ci avrebbero semplicemente ripensato perché bisogna guardare avanti e non attaccarsi al passato, eccetera. Mah.

Mike Portnoy suonerà la batteria nel tour di addio dei TWISTED SISTER

Jay Jay French ha raccontato che l’ex Dream Theater avrebbe dato la sua disponibilità dopo averlo incontrato per caso poco dopo la morte di A. J. Pero. Potete trovare dei video del primo show con Portnoy, a Las Vegas, su Blabbermouth.

I DARK ANGEL stanno scrivendo un nuovo disco

We wanna devastate people, promette Gene Hoglan. Speriamo.

Locandina_LAnticristoRemember The Fallen: Alberto De Martino (1929-2015)

E’ morto nella sua Roma il regista Alberto De Martino, artigiano del cinema di genere italiano attivo negli anni ’60 e ’70, in particolare nei filoni peplum e spaghetti western. Per noi adoratori del Demonio il suo film migliore resta però L’anticristo, sottovalutatissimo horror esorcistico del 1974 molto più disturbante e morboso dell’originale di Friedkin (che non avrebbe mai avuto il coraggio di girare scene come quella del santino o quella del sabba con tanto di osculum infame), grazie anche alla straordinaria interpretazione di una scatenata Carla Gravina, portata al successo da Il segno del comando. L’anno dopo tornò, con minor fortuna, alle tematiche sataniche con Holocaust 2000, ispirato invece al Presagio e interpretato addirittura da Kirk Douglas. R.I.P.

Diario romano

Giovedì 4 palate di ignoranza e malessere al Delverme con Tutti I Colori Del Buio, Godog e Reverend Knopf. Venerdì 5 al Traffic passano i Rotting Christ con uno show commemorativo dove suoneranno pezzi solo dai primi lavori, fino a Non Serviam incluso. Ho già le lacrime agli occhi. Il giorno dopo chi non è interessato alla finale di Champions League può andare a vedere i Kirlian Camera al Big Bang, che ci sarà pure un sacco di patata perché i maschietti staranno tutti ad alcolizzarsi davanti alla partita. Mercoledì 10 ci sono gli Overkill all’Orion ma io me li perderò per una trasferta lavorativa e sto bestemmiando tantissimo. Proverò a consolarmi il 18 con i Weedeater all’Init e il 19 con gli Handful Of Hate al Traffic, dove il 24 ripasseranno i Red Fang per quello che credo sia ormai il quarto concerto romano estivo consecutivo. Perché l’estate non inizia mai davvero senza un concerto dei Red Fang. Attesissimi (non da me, a esser sincero) gli Arcturus il 26 giugno all’Init, mentre, per qualcosa di più spensierato ci si può rivolgere agli Iron Reagan, cuginetti dei Municipal Waste di scena al Traffic il 28.

Vi salutiamo con l’adorabile video di A Wound Outside Time, dal discreto Poisoned Altars dei Lord Dying, gruppo di Portland al secondo album (l’esordio Summon The Faithless ci era garbato abbastanza) che suona quasi come una versione in hangover violento degli High On Fire (a proposito, è uscita un’altra anteprima da Luminiferous). I ragazzi hanno voluto tributare esplicitamente le atmosfere dei videoclip death metal che passavano su Headbangers Ball nei primi anni ’90 e il risultato è davvero grazioso. (Ciccio Russo)


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