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BLACK LABEL SOCIETY: in streaming un po’ di cazzotti per tutti

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Avevamo lasciato il nostro idolo locale, Zakk Wylde, alle prese con un ep di classici natalizi e una raccolta, dal titolo ispirato al famoso live album dei Led Zeppelin, The Song Remains Not the Same, di versioni acustiche di brani tratti da quel fottuto capolavoro che è stato Order of the Black risalente ormai a quattro anni fa. Nel frattempo il ragazzo si è dato parecchio da fare: tra le cose più significative, ha pubblicato un DVD del concerto blues rock che si è svolto a Los Angeles nel marzo dell’anno scorso e, durante i lunghi trasferimenti di un tour, ha pure scritto un libro, Bringing Metal To The Children, che dovremmo tutti comprare, mandare a memoria per poi leggerlo ai nostri futuri figli come fiaba della buona notte. In questi ultimi giorni, rispondendo a un’intervista, ha avuto anche il tempo di sollevare un piccolo polverone a causa di certe sue affermazioni sui Sabs ai tempi di Father Ronnie. Prendendo spunto dalla conversazione sui vari cambi di line up avvenuti durante i primi lavori solisti di Ozzy e su quanto sarebbe stata fica, ma completamente differente, la formazione del dopo Diary insieme a Randy Rhoads, Zakk porta l’esempio di quanto siano diversi i dischi con Dio rispetto a quelli con Ozzy. Tanto diversi, continua, che non puoi certo chiamarli Black Sabbath, perché quella roba per quanto fica non c’entra niente coi Sabbath, fai prima a chiamarli direttamente Heaven and Hell. Che la comunità metal stia calmina: primo, lui può dire il cazzo che vuole, secondo, tutto ciò che dice è fa è mosso da un amore sconfinato nei confronti dei Sabbath, al punto da aver dato questo nome a suo figlio, quindi stacce. La cosa che mi stupisce è che Zakk, invece di pestare a sangue tutti coloro che avessero avuto un minimo da ridire ha nientemeno avvertito la necessità di precisare e rimarcare le sue affermazioni in un video.

Qualche novità significativa nella line up dei Black Label Society: va via il chitarrista storico, Nick Catanese, e arriva dai Lizzy Borden Dario Lorina. In teoria non proprio una bella notizia perché Catanese, che lascia la Società in modo amichevole poiché alle prese con un progetto personale di cui non si sa molto, era noto per aver stretto con papi Wylde un fortissimo legame artistico, quasi un equilibrio simbiotico. Staremo a vedere e vi terremo aggiornati anche perché, almeno per quanto mi riguarda, c’è una bella fregola nell’aria in attesa che questo The Catacombs of the Black Vatican (Vatican sarebbe il soprannome affettuoso con cui identifica il suo studio di registrazione) arrivi alle stampe (ancora un paio di mesi e spiccioli). È troppo presto per dire alcunché ma il pezzo, in streaming qui sotto per le vostre luride orecchie, mi fa sperare in bene. Inoltre lo stesso Wylde ha detto, a proposito del nuovo disco, che sarà uguale a tutti gli altri, tranne che nei titoli dei pezzi. Magari riusciamo anche a vedercelo in concerto quest’anno: ci sono voci di un tour in Italia, confermate dallo stesso Zakk, ma la data non è ancora stata definita. Daje. (Charles)



AT THE GATES: è ufficiale, in autunno il nuovo album ‘At War With Reality’

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Quello che i due brevi video diffusi nei giorni scorsi sul canale youtube del gruppo avevano lasciato intendere è stato confermato da un comunicato ufficiale: in autunno gli At The Gates pubblicheranno su Century Media At War With Reality, il primo album in studio dal 1995, anno di uscita di Slaughter Of The Soul.

‘Perché fare un nuovo album e farlo adesso?’ vi potreste chiedere – si legge nel comunicato – Ebbene, quello che abbiamo imparato negli ultimi anni, uscendo e suonando insieme, è che amiamo incredibilmente quello che facciamo. Amiamo suonare musica insieme e amiamo frequentarci come amici. Ma, da musicisti, scriviamo di continuo nuova musica. È una parte enorme della nostra identità“. Come ricorderete, il tour d’addio del 2010 avrebbe dovuto essere un’esperienza isolata. Poi, come commentò sarcasticamente Peter Dolving mentre i The Haunted andavano, nel frattempo, a puttane,  è diventato un tour d’addio che dura ormai da quattro anni. Restava, però, ferma la promessa di non tornare mai più in studio. “Siamo pienamente consci di aver rilasciato delle dichiarazioni piuttosto drastiche in passato ma le cose cambiano, le situazioni cambiano e la gente cambia”, si giustificano ora. Chi siamo noi per giudicare, per carità.

Quando Anders Björler ci mandò il primo pezzo l’estate scorsa, avevamo zero aspettative sul risultato. Sapevamo una cosa sola: suonava fantastico! – prosegue la band – All’epoca non eravamo nemmeno sicuri che ci sarebbe stato un album ma, mentre le cose andavano avanti, nacquero nuove canzoni e sapevamo di avere in mano qualcosa di grande”. Adesso sappiamo tutti perché, ora che i The Haunted si sono rimessi in piedi, il chitarrista è rimasto fuori dalla partita. Quanto al nuovo materiale, viene descritto come un “perfetto mix tra i primi At The Gates e Slaughter Of The Soul”. Secondo i piani attuali, At War With Reality dovrebbe essere registrato tra giugno e luglio per poi essere pubblicato entro novembre.

Forse non sono la persona più adatta a tentare di analizzare la questione con oggettività, dato che Slaughter Of The Soul è uno dei cinque dischi che mi porterei sulla proverbiale isola deserta. Quel che mi permetto di dire è che, in questo caso, la componente di azzardo è forse addirittura superiore a quella che ha caratterizzato le reunion di Black Sabbath e Carcass, autori l’anno scorso di due album che, comunque la pensiate, hanno superato in volata le aspettative più ottimistiche. Tony Iommi non aveva mai smesso di scrivere ottima musica, come aveva dimostrato di recente con il disco degli Heaven & Hell, e l’annuncio che 13 sarebbe stato prodotto da Rick Rubin era stato, per quanto mi riguarda, sufficiente a dissipare buona parte dell’apprensione. Quanto ai Carcass, per tutta una serie di ragioni che ora non sto a sviscerare, era davvero difficile dubitare che Walker e Steer si sarebbero cimentati in un Lp se non fossero stati sicuri del risultato. Gli At The Gates, invece, si erano imbarcati in quello che doveva essere un tour d’addio e quel tour d’addio dura, per l’appunto, ormai da quattro anni. Se ne erano andati subito dopo aver pubblicato un capolavoro che gli anni successivi consolideranno come uno dei vertici espressivi più alti mai toccati dal metal estremo, che ha avuto un’influenza incalcolabile sulle generazioni successive. Si sono sentiti con un credito da riscuotere. E perché questa seconda giovinezza duri serve un nuovo disco. Ecco, non vorrei peccassero di ὕβϱις.


La gente non sa cosa si perde: i SABATON fanno un concerto in una sala spinning

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Che l’heavy metal fosse la musica ideale per fare attività fisica ve lo avevamo già spiegato noi con la nostra mitologica top ten dei dischi da palestra di Metal Skunk. A fare ulteriore opera di proselitismo ci hanno pensato i Sabaton, che lo scorso 25 gennaio hanno tenuto un concerto durante una lezione di spinning presso una palestra di Falun, loro città natale. Lezione alla quale hanno preso parte attivamente tutti i membri del gruppo power metal svedese (a parte, ovviamente, il batterista), suonando e pedalando contemporaneamente. Che i metallari mica sono tutti birraioli panzoni che conducono uno stile di vita debosciato. Anzi, i Sabaton quando non sono in tour vanno in palestra tutti i giorni, ha spiegato la band al Dala-Demokraten, quotidiano di Falun di orientamento socialdemocratico che, abbiamo scoperto, dedica loro uno spazio abnorme, dimostrando quanto la comunità cittadina sia, giustamente, orgogliosa dei Sabaton. Se andate sull’homepage del giornale in questo momento, ad esempio, vedrete svettare un video dove il bassista Pär Sundström e il cantante Joakim Bróden (unici membri superstiti della formazione che ha registrato due anni fa il notevole Carolus Rex, dopo il quale chitarristi e batterista se ne sono andati per dare vita ai Civil War) spiegano – se google translator  non ha fatto troppo casino – che ora che l’aeroporto di Dala è aperto pure la domenica potranno atterrare anche gli aerei privati, una notizia che ci ha decisamente svoltato la giornata. I titoli di apertura, invece, riguardano la caccia al lupo e la nuova normativa sulle droghe leggere. Non c’è manco un pezzo su, che so, la Siria. L’unica notizia internazionale riguarda le accuse di molestie contro Woody Allen. Del resto, se vivi in una città dove i Sabaton suonano durante le lezioni di spinning, che motivi hai di curarti di ciò che accade nel resto del mondo.

Purtroppo ci sono solo questi due brevi video a testimonianza dell’irripetibile evento. Probabilmente domenica prossima il Dala-Demokraten uscirà con il Dvd del concerto in allegato e in questo momento mezza redazione sarà impegnata nella stesura del commento audio.





Il principe Harry è un metallaro ubriacone

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Prince Harry Visits RAF Honington

“Adesso metto ‘War Ensemble’ a palla e secco un po’ di quei fottuti trombacammelli”

Il mio membro preferito della famiglia reale inglese è indubbiamente il principe Harry, altro che quella fighetta del fratello maggiore. Harry è un vero duro, il classico aristocratico dissoluto che tutti avremmo voluto come compagno di università, quello che il venerdì notte paga troie e cocaina a tutti e nei locali, se pensa che qualcuno ti stia guardando male, va a sfasciargli una bottiglia in faccia così, di punto in bianco. Tanto, pure che arriva la polizia, vagli a cacare il cazzo al Principe di Galles. A me piacerebbe tanto poter uscire col principe Harry, la sera. È uno che sa come ci si diverte. A 17 anni finì sui tabloid per essere stato beccato a fumare erba e ubriacarsi (nel Regno Unito i minorenni non possono bere) che, ok, lo facevamo anche noi a quell’età, però un conto è se lo fai a Cagliari in piazzetta con la cricca del Bastione, altra cosa se sei il fottutissimo principe di Galles che, vaffanculo sbirro, ringrazia che siamo nel ventunesimo secolo, sennò ti avrei fatto scorticare e bollire vivo insieme alla tua famiglia. Le sue avventure successive includono risse con paparazzi, feste con modelle nude a Las Vegas e simpatiche zingarate da vero buontempone, come quando si presentò a una festa di carnevale indossando una divisa dell’Afrika Korps con tanto di svastica al braccio. Ha pure senso dell’umorismo, il nostro Harry. Con lui, il weekend, sì che ci si ammazzerebbe dalle risate.

Va detto che fin qui si tratta di bravate delle quali qualunque giovin virgulto d’alto lignaggio – forte della LEGITTIMA impunità che GIUSTAMENTE gli deriva dal sangue blu – si potrebbe rendere protagonista. Ma qua, ragazzi, stiamo parlando del fottutissimo principe di Galles, mica di un imbelle debosciato rammollito dagli agi e dalla noia di vivere. Harry è un vero Manowar, un condottiero che è stato in prima linea a combattere i nemici dell’Occidente. Inizialmente voleva andare in Iraq, e non per restarsene nelle retrovie. “Non esiste che io me ne stia seduto sul mio culo mentre i miei ragazzi sono fuori a combattere per il loro Paese“, aveva dichiarato all’epoca alla Bbc. Alla fine lo mandarono in Afghanistan, pensando fosse meno pericoloso. Elicotterista, come il suo zio duca di York alle Falkland. E, mentre solcava i cieli sul suo Apache a caccia di talebani, probabilmente si sparava in cuffia una War Ensemble o una Holy Wars. Già. Perché, se non vi ho dato già abbastanza motivi per convincervi che il principe Harry sia una delle persone più fiche sulla faccia della Terra, sappiate che è pure un metallaro. E non un poser amante degli Opeth o degli In Flames, bensì un cazzutissimo thrasher. Lo ha rivelato al Daily Star l’attore Dominic West, che ha accompagnato Harry durante una recente spedizione di beneficenza al Polo Sud (the coldest place of all), al termine della quale l’allegra compagnia si sarebbe sbronzata a champagne per 48 ore utilizzando come calici delle gambe ortopediche appartenenti a un membro dell’allegra brigata.

Harry ha una selezione incredibile sul suo iPod, il genere di cose che ascoltano i soldati: hardcore thrash metal“, ha raccontato West. Ma mica i Drowning Pool come un marine qualsiasi. Harry è un reale d’Inghilterra, non uno zotico yankee semianalfabeta. Infatti, scrive il Daily Star, il nobiluomo si sente roba come Metallica, Megadeth, Slayer e Anthrax. Avete capito quanto spacca il culo il fottutissimo principe di Galles? A noi invece, se ci fossimo tenuti i Savoia, oggi sarebbe toccato come principe quel mentecatto che fa la pubblicità delle sigarette elettroniche ed era andato a San Remo ad amareggiare il suo popolo con una canzone di merda la cui melodia era, oltretutto, copiata da Somewhere Over The Rainbow. Ditemi voi se possiamo mai essere una nazione seria. Invece Harry, ci dice sempre West, al Polo Sud teneva alto il morale dei suoi uomini raccontando divertentissime barzellette sporche (che compagnone, il nostro Harry) ed era pure bravissimo a costruire cessi da campo in tempi record, un’altra dote che farebbe assai comodo durante una scampagnata. Ci piace pensare che, mentre li montava, sorseggiando Moët Chandon da una gamba ortopedica, canticchiasse tra sè e sè questo pezzo:

Non so voi ma io, se fossi un suddito di sua Maestà, non ci penserei due volte a organizzare una congiura di palazzo per metterlo sul trono.


Come ti torturo il musulmano

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Qualche giorno fa, su un blog di Phoenix, è uscita un’intervista a cEvin Key nella quale il leader e fondatore del longevo gruppo industrial canadese Skinny Puppy ha detto (e non so fino a che punto fosse ironico) che l’ultimo album prodotto, Weapons, è in pratica una fattura indirizzata al governo degli Stati Uniti d’America per aver utilizzato i loro dischi in modo atipico e tutt’altro che autorizzato. A sua detta, quei ragazzacci dei soldati americani avrebbero usato la loro musica come strumento di tortura contro i prigionieri di Guantanamo, reiterando il vecchio vizietto, già sgamato qualche annetto fa, che vedeva una Enter Sandman, riprodotta a volumi altissimi, protagonista delle notti insonni dei malcapitati in tuta arancione. Noi crediamo che la verità sia un’altra e che le cose siano andate precisamente così:

È notte a Guantanamo Bay, sull’altro lato dell’isola i turisti gozzovigliano ignari dell’abominio che si sta perpetrando a qualche chilometro di distanza da loro; in una buia stanzetta del Campo Delta, il Colonnello Trautman e il Sergente Kowalski, assistiti dallo zelante soldato semplice Foster da Chattanooga, Tennessee, si concedono una pausa davanti a un caffè nero molto forte:

Col. Trautman: …E quando McIntosh ha fatto quel lancio a effetto al nono inning, ah, per tutte le locuste d’Egitto, ho avuto un fremito proprio qui, all’altezza del mio scroto!

Ser. Kowalski: Ben detto, Signor Colonnello! Sicuramente un gran bel fremito, Signore.

Col. Trautman: Avevo anche consigliato a quell’idiota del Generale Power di scommettere duro su McIntosh e lui niente, perle ai porci… Per tutte le Furie, soldato semplice Foster! Vogliamo deciderci a cavar qualcosa di buono da questo prigioniero?!?

Ser. Kowalski: Hai sentito il Colonnello? Rispondi, soldato semplice Foster!

Soldato Foster: SISSIGNORECERTOSIGNORE! SIGNORE, STO ESEGUENDO IL WATERBOARDING COME DA MANUALE, SIGNORE!

Col. Trautman: Ancora con queste pratiche da checche? Soldato, qui non siamo a Chattanooga, qui non te ne vai in giro per i prati a strusciarti il pisello sull’erba fresca, qui siamo in guerra! Lo vedi che, mentre tu te lo meni pensando alla fichetta depilata della tua bella campagnola, il signor Muhammad, o come cavolo si chiama, ci sta prendendo tutti in giro?!?

Prigioniero: Blub… Blub… Gosh… Coff… Coff… Allahakb… Blub… Blub…

Ser. Kowalski: SOLDATO! Non lo vedi che il Colonnello si sta irritando? Cosa hai fatto fino ad ora, eh? Rispondi al Signor Colonnello!

Soldato Foster: SISSIGNORECERTOSIGNORE! SIGNORE, HO PROVATO COI ROTTWEILER, HO BRUCIATO LA SUA BANDIERA, HO BESTEMMIATO IL SUO DIO, HO GETTATO LE PAGINE DELLA SURA DELLA VACCA NEL WC E HO USATO IL METODO DELLA CANDELA E DEL TOPO. ADESSO VOLEVO PROVARE CON L’HEAVY METAL, SIGNORE!

Col. Trautman: Sergente Kowalski, ma dove me lo ha reperito questo mentecatto? Alla fiera dei tori castrati di Modesto?

Ser. Kowalski: Signore, mi scusi Signore, è colpa mia, Signore. Mentecatto, dì qualcosa, muoviti!

Soldato Foster: SISSIGNORECERTOSIGNORE! SIGNORE, PROVO CON I METALLICA, SIGNORE?

Col. Trautman: No, quelli si son fatti pure troppa pubblicità grazie a noi. Mentre io sto qui a sputare sangue nella polvere, quei capelloni untuosi spendono in droghe e puttanelle tutti i soldi che hanno intascato senza muovere un dito grazie al sudore della MIA fronte. Sei un patetico verme, soldato Foster.

Ser. Kowalski: Hai sentito il Signor Colonnello? Dillo che sei un patetico verme!

Soldato Foster: MI SCUSI SIGNORE! SONO UN PATETICO VERME, SIGNORE! POSSO PROVARE CON I DEICIDE, SIGNORE?

Col. Trautman: No, questa seconda generazione di Talebani è molto più resistente, non gli fai manco il solletico coi Deicide. Sono come i topi, bisogna cambiargli spesso il tipo di veleno che subito si immunizzano. Se non mi tiri fuori un’idea originale nei prossimi dieci secondi, giuro che ti faccio strappare la pelle dei piedi e ti faccio correre per tutta la Base fino a che non ti ritroverai a strisciare su due schifosissimi moncherini! Per Dio, soldato! Mi fai anche bestemmiare! Che il buon Dio mi perdoni se non ti cavo subito dagli occhi quel grammo di materia grigia che hai sparso in quella sacca di sterco che chiami cervello!

Ser. Kowalski: SOLDATO FOSTER, FATTI VENIRE SUBITO UN’IDEA!

Soldato Foster: SISSIGNORECERTOSIGNORE! Ehm, Signore, potrei provare con gli Skinny Puppy

Col. Trautman: Che roba è? Fammi sentire… CHE TU SIA MALEDETTO, IDIOTA DI UN LURIDO SUCCHIACAZZI DEL TENNESSEE! Sergente Kowalski! Prenda questo bifolco e lo butti immediatamente nel Campo Iguana insieme agli iracheni: quegli stronzi è un sacco di tempo che non vedono un buco che non sia quello di un fucile puntato alle palle, AH AH AH!

Ser. Kowalski: AH AH AH! Molto divertente, Signore! AH AH AH! Provvedo subito, Signore.

1512761_10152105327624176_2073129292_nCol. Trautman: Questi negri al Pentagono vogliono i nostri culi. PER DIO, KOWALSKI, con Dabliù sì che eravamo motivati a fare bene il nostro lavoro! Pretendono che vinciamo le guerre e poi ci mandano degli inutili frocetti pescati nelle scuole per figli di papà, rammolliti a suon di pompini dalle loro stupide verginelle che di giorno mungono le tette delle vacche e di notte i gingilli dei loro invertebrati fidanzatini. Li spedirei tutti in una bella risaia ad Hải Phòng. Ah buon Dio, Kowalski, quanto mi manca il Vietnam…

Ser. Kowalski: Signore, forse c’è il modo per superare le timidezze del prigioniero. Cercando nell’ipod del soldato Foster ho trovato qualcosa che potrebbe fare al caso nostro, Signore.

Col. Trautman: Mi faccia vedere… BEN FATTO, SERGENTE, la proporrò per la Croce al merito di guerra! Ora andiamo a prenderci un bel caffè. Le ho mai raccontato di quella volta che vinsi ben duecento dollari scommettendo sull’ultimo lancio di McIntosh alle World Series dell‘87?

Ser. Kowalski: No Signore, non vedo l’ora di ascoltarla. Il tempo di mettere repeat all e sono tutt’orecchi.


Lezioni di civiltà: intitolata una rotatoria a Jeff Hanneman in Polonia

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Nei giorni scorsi è nata una sorta di polemica in Usa perché Jeff Hanneman (che avrebbe compiuto 50 anni il 31 gennaio) non è stato ricordato durante la sezione In Memoriam dei Grammy Awards, dedicata ai musicisti scomparsi nel corso dell’anno (laddove sono stati invece menzionati, per la cronaca, Clive Burr e Jan Kuehnemund delle Vixen). A rimediare (che poi, alla fine, chi se ne sbatte dei Grammy) ci ha pensato dall’altra parte dell’Atlantico la Art-Com, un’azienda polacca, attiva in campo informatico, che, all’asta di beneficenza natalizia della fondazione Wielka Orkiestra Swiatecznej Pomocy, si è aggiudicata per un anno la gestione della rotonda stradale del centro di Jaworzno, città della Slesia non lontana da Katowice. I titolari dell’azienda, insospettabili adepti del maligno, hanno deciso di intitolare la rotatoria allo scomparso Emissario del Male Assoluto™. Due giorni fa si è svolta l’inaugurazione, durante la quale è stato posto al centro della rotonda un cartello con doppia iscrizione – in inglese e in polacco – dedicata all’“indimenticabile chitarrista degli Slayer”. Sicuramente gli automobilisti che la attraverseranno presteranno particolare attenzione perché, se fai il botto sulla Rotatoria Jeff Hanneman e ci resti, finisci dritto dritto all’inferno senza manco passare per Minosse. Il ricavato dell’asta verrà impiegato per acquistare macchinari destinati all’assistenza medica di anziani e bambini. Di seguito le foto della solenne cerimonia e un servizio di due minuti trasmesso dal telegiornale locale:

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Un altro mondo è possibile.


I Malevolent Creation cacciano Gus Rios e lo insultano pure

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Sulla pagina facebook dei Malevolent Creation stamane è apparso questo simpatico post:

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Vi prego di notare gli ’1′ dopo i punti esclamativi, che rendono il tutto ancora più surreale. Dopo che decine di fan avevano attaccato la band per uso improprio della parola ‘gay’, il post è stato cancellato, il che, ovviamente, non ha fatto che peggiorare la situazione, dato che ora i fan, ancora più incazzati, stanno subissando la bacheca dei Malevolent Creation di screenshot come quello che vedete qua sopra e improperi assortiti, chiedendo loro, giustamente, chi credano di prendere per il culo. Scripta manent. Come danno di immagine non è mica male, considerando che a quell’altro coglionazzo di Dave Mustaine fu sufficiente dare del ‘faggot’ a un provocatore durante un concerto per essere tacciato di omofobia dai siti americani (perché, lo ricordiamo, in Usa il politically correct è una cosa seria, non è come qua che puoi dare del pederasta a qualcuno in mondovisione per poi giurare di essere stato frainteso). Insomma, peso el tacòn del buso, come dicono a Caltanissetta.

La morale della favola, finora, è che bisogna stare lontani dai social network quando non si è in uno stato di piena lucidità. Supponiamo infatti che il post della discordia sia stato scritto da Phil Fasciana (un po’ per il suo ruolo di leader nel gruppo, un po’ per il suo carattere, a quanto si dice non facilissimo, diamo per scontato che sia opera sua) dopo aver festeggiato la defenestrazione del batterista con qualche striscia di coca di troppo.

Aspettate, mica è finita qui. C’è anche la versione di Gus Rios che, in un comunicato dai toni decisamente più urbani uscito su Sick Drummer Magazine, sostiene di essere stato lui ad aver deciso di lasciare il gruppo per quelle che lui chiama “differenze personali”:

“After several years, I have decided to part ways permanently with Malevolent Creation. The simple reason is personal differences. I appreciate all of the people I’ve worked with during my time with the band and want to thank all of them – I’m sure we’ll work together again in the future with another band. Most of all, I would like to thank all of the fans who have supported the band! I’m sure you will continue to support.” 

“This opens me up for bands in need of a touring and/or recording drummer, as well as a full-time position if the situation is right. I can be reached on my facebook page here: https://www.facebook.com/riosgus.”
Se Rios – che nel 2010 era subentrato a Dave Culross e aveva registrato con i floridiani il discreto Invidious Dominion, uscito quello stesso anno – fosse  davvero così pippa non lo saprei dire, dato che negli ultimi cinque anni non li ho mai sentiti in concerto, né ho visto video live recenti (scusatemi se non ho voglia di farlo ora per fornirvi un parere tecnico). Nè si capisce quanto la costruttiva vicenda influirà sulla lavorazione del nuovo album, il cui mixaggio è stato concluso il mese scorso… Proprio nello studio di proprietà dell’ormai ex batterista. Fatto sta che l’instabilità della formazione dei Malevolent Creation si conferma leggendaria. Sempre sulla loro pagina facebook si legge infatti un messaggio risalente al 21 gennaio ove si manifesta giubilo per la “prima prova in quattro anni col nostro bassista originale Jay Black“, che suppongo essere Jason Blachowicz, soprannominato ‘sliding doors’ per la frequenza con la quale entra ed esce dal gruppo. Cioè, se ne era andato un’altra volta? Quattro anni fa? Ma sul live australiano del 2011 non c’era lui? E chi cazzo aveva suonato il basso nel frattempo? Neanche Metal Archives mi è di qualche aiuto, quindi alzo le mani.Si accettano scommesse sull’identità del batterista “molto famoso” che avrebbe sostituito Gus. C’è Mike Smith ancora a piede libero, magari hanno chiamato lui, così tra un altro paio d’anni Fasciana potrà scrivere su facebook: WE HAVE FIRED OUR NIGGER DRUMMER!!11!1.
AGGIORNAMENTO: 447279976_gay_marriage_opponents_1_731273_answer_2_xlarge_answer_3_xlargeAddì 27 febbraio 2014 i Malevolent Creation pubblicano un altro post in bacheca con il quale ricostruiscono un po’ tutte le dinamiche dello split, annunciano il nuovo batterista nella persona di Justin DiPinto (che aveva già suonato su The Will To Kill) e Phil Fasciana spiega che non intendeva offendere i gay e che ha amici e parenti gay con i quali non ha alcun problema. Siccome, fin qui, come scuse erano troppo banali, il chitarrista aggiunge che ‘Gay Gus’ era il soprannome con il quale tutti si rivolgevano a Rios il quale, in fondo in fondo, forse ricchione lo era davvero, almeno secondo lui. Insomma, il tentativo di giustificazione più patetico della storia dell’heavy metal insieme a quella volta che Fenriz aveva spiegato che ‘ebreo’ era uno scherzoso motteggio in voga tra i giovani norvegesi per cercare di mettere una pezza sul famoso comunicato allegato a Transilvanian Hunger.Comunque il nuovo disco del gruppo, a quanto pare, si chiamerà The Path Of Malevolence e avrà una batteria editata e fintissima per colpa di quell’incompetente culallegro di Rios che – racconta Fasciana sempre nello stesso post – costringeva gli altri membri a registrare le loro parti con un metronomo per poi programmare le sue di conseguenza. Vuoi vedere che, da questa storia, quello che ne uscirà peggio, alla fine, sarà Gus? A ‘sto punto riregistratela quella batteria, ragazzi, dai.

Tim Lambesis si dichiara colpevole. Gli avvocati: è colpa degli steroidi

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Era un po’ che non ci si occupava più di processi per omicidio, accoltellamenti, presunti atti di terrorismo o laboratori di metanfetamina gestiti da chitarristi rimbambiti. Giusto per ricordarsi che il metal non è composto solo da personaggi perbenino che indossano una cravatta e pretendono di dare lezioni di marketing a una platea di imprenditori gallesi ma è anche fatto di gente che non sta granché bene e che esprime il suo malessere nelle forme più disparate. Si prenda, ad esempio, il caso Tim Lambesis che negli States ha scatenato un gran bailamme (ma si sa che gli americani adorano rimestare in questo genere di grottesco torbidume). Il frontman della metalcore band cristiana As I Lay Dying, oltre che della concept band dedicata alle avventure cinematografiche di Arnold Schwarzenegger (e canta pure con questi altri qui) nel maggio scorso viene imprigionato con l’accusa di aver assoldato un sicario per ammazzare la moglie. Si apre il processo e lui si dichiara estraneo ai fatti. Poi, con un bel GPS addosso, è rilasciato su cauzione. Proprio in questi giorni Tim ha ammesso la sua colpevolezza. Ma andiamo con ordine. Tutto inizia in una sala pesi di Carlsbad, California.

Il nostro eroe, separato dalla moglie (la coppia ha pure adottato tre bambini), si lamenta della sua situazione familiare col personal trainer Brett, col quale è entrato molto in amicizia. Pare abbia detto all’amico che quella strega di Meggan, la moglie, lo costringeva a stare sempre in tour per fargli guadagnare più soldi possibile, tenendolo lontano dai figli, così gli dà un appuntamento nel parcheggio della palestra col fine di chiedergli se fra le sue conoscenze avesse da segnalargli il nome di uno disposto a farla fuori. Pare anche che l’istruttore di bodybuilding a quel punto avesse segnalato la cosa ad un avvocato per poi mettere in contatto il prode Tim col fantomatico ‘Red’. Il killer, il quale altri non era che lo sceriffo della Contea di San Diego sotto copertura mandato lì per incastrare il mandante del potenziale omicidio, prima si fa consegnare la bustarella con l’anticipo e le foto della moglie poi lo arresta e lo sbatte in gattabuia. Oggi Tim, che gioca la carta del patteggiamento, rischia una pena per un massimo di nove anni di detenzione e diecimila dollari di multa. Gli avvocati, da parte loro, tentano di addolcire la giuria cercando di dimostrare che il trainer altri non fosse che uno spacciatore e che il povero Tim era andato fuori di testa per colpa dell’eccessiva assunzione di steroidi. Se la cosa prenderà una piega ancora più assurda state tranquilli che vi terremo aggiornati. Certo che solo in America…



I METALLICA suonano un nuovo brano a Bogotà

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Un team di hacker cinesi sottopagati intento a taroccare i voti delle canzoni scelte dai fan per i concerti ‘Metallica by request’

Approfittando in maniera cinica del proverbiale calore del pubblico latino, i Metallica hanno scelto Bogotà, prima tappa del loro tour sudamericano, per eseguire un inedito, non si sa se destinato o meno a far parte del loro fantomatico prossimo album. La canzone, presumibilmente dedicata alle ville ai Caraibi possedute dai membri del gruppo, si intitola The lords of summer e, così di primo acchito, non sembra nulla per cui strapparsi i capelli.

La qualità audio è ovviamente quella che è, trattandosi di un video ripreso con il telefonino. Dal punto di vista stilistico, restiamo dalle parti di Death Magnetic (che, per la cronaca, mi era pure piaciuto): un collage di vecchi riff montati in modo più o meno riuscito, per quanto le linee vocali poco incisive e la reiterazione insistita e inutile di alcuni passaggi (lo stacco centrale) mi abbiano riportato in mente i momenti più estenuanti di St. Anger. Poi, chissà, sul disco avrà un arrangiamento diverso. Sempre che ci finisca, sul disco.

Quanto al loro ritorno in studio, i Metallica continuano ad affermare tutto e il contrario di tutto. Di recente Kirk Hammett ha assicurato a Kerrang! che i lavori inizieranno quest’anno e che “non c’è più alcuna ragione di rimandarli”. Anzi, James Hetfield ha, tipo, 800 riff, io ne ho solo 400”. Chissà come sono belli. Lars Ulrich, invece, pare escludere del tutto la possibilità di un album prima del 2015 e, in generale, non sembra avere troppa fretta. Non ne abbiamo manco noi, a dire il vero.


ANGELA GOSSOW lascia gli Arch Enemy e viene sostituita da ALISSA WHITE-GLUZ (naked gallery)

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È tutto vero e IO VE LO AVEVO DETTO. Io sul Metal Shock cartaceo lo ripetevo da anni, che l’ingresso di Angela Gossow negli Arch Enemy era stato l’inizio di qualcosa di brutto e ostile al metallo: l’ho ripetuto fino a diventare antipatico, rompicoglioni e pedante. E invece è tutto vero e IO AVEVO RAGIONE. Perché Angela Gossow è andata via dalla band e loro per sostituirla hanno scelto guardacaso la cantante di metal estremo più amata dai frequentatori di YouPorn. No ma l’hanno scelta perché è brava, è chiaro. È chiarissimo a tutti anche perché i The Agonist sono il miglior gruppo della storia dell’umanità e lei canta come John Tardy nel 1993. Michael Amott è uno che ci crede davvero in quello che fa e Cesare Carrozzi ha i capelli che gli arrivano alle ginocchia. E invece col cazzo, amici miei: Carrozzi è pelato e Michael Amott è one of those who laugh and crowd the path and cut each other’s throats, un poseraccio che mette la gnugna dietro al microfono per vendere qualche migliaio di copie in più. A tal proposito, leggete che cosa scrivevo qua, verso la fine del pezzo. È un mondo difficile.

C’è stato un girotondo di gnugna incredibile. In pratica Angela Gossow ha lasciato gli Arch Enemy, i quali l’hanno sostituita con Alissa White-Gluz che a sua volta nei The Agonist è stata sostituita da tale Vicky Psarakis. Spieghiamo tutto dal principio e arriviamo pure a spiegare chi cazzo è sta Vicky Psarakis.

PARTE PRIMA: MILF (ANGELA GOSSOW)

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Angela Gossow è stata l’inizio del Male. Mentre la gente era distratta a pensare che il Male fossero i Limp Bizkit o i Cradle of Filth con le coriste buzzicone, il falso metal penetrava il cuore del nostro mondo tramite un gruppo tra i più insospettabili; insospettabili grazie allo status di Michael Amott, al fatto di essere tra i pionieri di un genere che stava cominciando a sfondare, e anche grazie al fatto che semplicemente gli Arch Enemy erano un misconosciuto gruppo svedese di death melodico con l’immagine standard. Insospettabili perché anonimi, come gli uomini in nero o l’agente Smith di Matrix. Dunque quando hanno sostituito il vecchio cantante con una tizia sono stati parecchi a, diciamo così, fidarsi; magari questi ultimi non hanno dato peso alla curiosa circostanza che il vecchio cantante era brutto e sfigato e questa era una stangona bionda vestita da strappona gotica che guardacaso ha fatto finire all’istante gli Arch Enemy su tutte le copertine e i posterini interne delle riviste metal, tipo. Il falso metal ha agito in modo subdolo, perché i metallari erano occupati a prendersela con gli Evanescence che secondo loro mettevano la gnugna a scopi commerciali, mentre che vai a pensare gli Arch Enemy? Quello è il gruppo death svedese dell’ex chitarrista dei Carcass, sono custodi del Segreto dell’Acciaio. E invece col cazzo anche qui, amici cari. Volevo sottolineare che IO VE L’AVEVO DETTO e che mi dicevano eh però invece ti dovresti ricredere, senti qua che bello stacco e io invece AVEVO RAGIONE e codesti Arch Enemy non hanno fatto altro che diventare il pericolosissimo precedente per insozzare quanto di più bello c’è al mondo. Non rispondete quanto di più bello al mondo è la gnugna che vi prendo a calci nelle palle. 

CAZZO! HO LASCIATO GLI ASSORBENTI A CASA!

CAZZO! HO LASCIATO GLI ASSORBENTI A CASA!

La stangona ora dice che ha compiuto quarant’anni e, contravvenendo agli insegnamenti della Boldrini, vuole badare alla famiglia, tra pappine e pannolini; e alla fine è pure giusto, direi. Ha finito di fare l’emissaria del falso metallo, questa concubina del Nemico. Diventerà una specie di manager della band, tipo Javier Zanetti che a quarant’anni smette di giocare e va a fare il dirigente. Una cosa del genere. Ora tutti quelli che sono cresciuti ascoltando gli Arch Enemy penseranno ad Angela Gossow come un’icona che ricorderà tempi passati e quindi migliori, una figura storica del metal eccetera, e la frittata è fatta. Joey DeMaio ci aveva avvertiti, nel suo storico monito il cui prezioso valore profetico è stato a lungo sottovalutato:

i nemici del vero metal in passato hanno cercato di eliminarci in ogni modo

E alla fine ci sono riusciti, entrando dalla porta sul retro, in modo infido, doppio, scorretto, turpe, vile, volgare, vigliacco, come solo i nemici del vero metal sono capaci di fare. Hanno usato la gnugna.  Come il serpente di Adamo ed Eva, capito? E molti, troppi, hanno mancato di ricorrere ai sacri insegnamenti di DeMaio, che sprezzantemente scacciò il nemico pronunciando l’Anatema al Falso Metallo:

Ptui! Fuck you! Fuck off! Fuck yourself! A morte! Die!

Invece di pronunciare queste parole, si sono fatti rincoglionire dalla gnugna. È un mondo difficile. La gnugna ha mandato interi imperi in rovina, e ora vuole distruggere ciò che più ci è caro. Non rispondete ciò che più ci è caro è la gnugna che vi prendo a calci nelle palle. Passiamo all’altra gallina.

PARTE SECONDA: MISTRESS (ALISSA WHITE-GLUZ)

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Se vi state chiedendo perché nel titolo ci ho messo naked gallery è perché noi di Metal Skunk, con la nostra proverbiale capacità imprenditoriale, ogni volta (tipo qui e qui) che si parla dei The Agonist cerchiamo di attirare i gonzi che cercano foto di Alissa White-Gluz allo scopo di pervertire le loro anime al Demonio strappandole da una vita triste, miserevole e ignara delle barzellette su Illud Divinum Insanus. Quindi mettiamo sue foto a capocchia

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e scriviamo cose come Alissa White-Gluz boobs, Alissa White-Gluz anal, Alissa White-Gluz fetish, Alissa White-Gluz feet, Alissa White-Gluz assfucking, Alissa White-Gluz blowjob, Alissa White-Gluz facial, Alissa White-Gluz solo, Alissa White-Gluz fingering, Alissa White-Gluz threesome, Alissa White-Gluz XXX, Alissa White-Gluz foursome, Alissa White-Gluz gangbang, Alissa White-Gluz deepthroat, Alissa White-Gluz cumshot, Alissa White-Gluz handjob, Alissa White-Gluz amateur, Alissa White-Gluz toys, Alissa White-Gluz swallow, Alissa White-Gluz interracial, Alissa White-Gluz panties, Alissa White-Gluz hardcore eccetera.

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I più affezionati tra i lettori a volte continuano nei commenti, dando il loro contributo come la sfera Genkidama di Goku. Leggiamo insieme il comunicato stampa di Alissa White-Gluz:

Sono molto onorata e felice di annunciare un nuovo capitolo bla bla bla coccodè. Wages of Sin è stato il primo disco metal che abbia mai comprato

Io ve l’avevo detto. Perdonate la mia insistenza e pedanteria, ma io ve l’avevo detto.

Non succede spesso di ricevere una telefonata dal tuo gruppo preferito che ti chiede di andare a far parte della band

Infatti è piuttosto strano che dei musicisti ultraquarantenni chiamino una ragazzina a cantare con loro. Diciamo che potrebbe succedere solo se ti chiami Tim Ripper Owens e hai una voce che disintegra pure gli dei dell’Olimpo, ma in questo caso immagino che sia per via delle tette. Poi magari mi sbaglio, ma il nuovo disco degli Arch Enemy si chiamerà War Eternal e poi magari lo confrontiamo con Jugulator, per vedere se magari mi sbaglio.

PARTE TERZA: CHUBBY TEEN (VICKY PSARAKIS)

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Vicky Psarakis è una tipa greca che avrà sì e no diciott’anni e che fa i video su youtube mentre canta i pezzi rock/metal in versione karaoke. Non ho niente di particolare da dire su di lei se non che mi fa tenerezza perché si vede che è una vittima innocente della distorsione che i nemici del vero metal hanno causato ai metallari della sua generazione. Penso peraltro che sia una scelta onesta da parte dei The Agonist, che sono un gruppo per bimbiminchia e che dunque si sono presi una bimbaminchia. Nei video lei non canta in growl però, quindi magari ora elimineranno il growl, non lo so, non credo importi a nessuno. Vi lascio con un video dei Napalm Death perché sono brutti e sporchi e ci ricordano chi siamo e da dove veniamo.
(Roberto ‘Trainspotting’ Bargone)

PS: non rispondete ma in realtà veniamo dalla gnugna che vi prendo a calci nelle palle.


I MORDRED si riuniscono e raccolgono fondi per un ep

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Sul finire degli anni ’80 la tedesca Noise Records, prima di diventare – non molto tempo dopo – etichetta portabandiera del revivalismo power di fine millennio, raccoglieva buona parte degli spiriti più creativi e inquieti della scena heavy metal dell’epoca, band che avevano estremizzato o contaminato l’allora dominante canone thrash spingendosi oltre i limiti del genere. Nel catalogo della label teutonica (defunta nel 2007 dopo la bancarotta della Sanctuary, che l’aveva incorporata) figuravano culti oggi consolidati – come Voivod, Coroner, Skyclad e Celtic Frost – e formazioni misconosciute ma originalissime come i Watchtower, gli oggi redivivi Mekong Delta e quelli che forse furono i più sfigati della covata: i californiani Mordred.

A fregarli fu il non essere riusciti a mettere su una formazione stabile nei primi anni di esistenza. Nati nel 1984, i Mordred pubblicarono l’esordio Fool’s Game solo nel 1989, quando l’idea di fondo – sposare il furore del thrash della loro Bay Area con i ritmi del funk e, più in generale, della musica nera – non era più freschissima. L’anno prima era arrivato nei negozi Vivid, debutto dei Living Colour (my favourite black metal band). E, proprio nel 1989, forti di un suono più mobile e accattivante e di un cantante carismatico come Mike Patton, i Faith No More avevano raggiunto la consacrazione con The Real Thing. Impossibile competere per un gruppo come i Mordred, ancora alla ricerca di una identità che, forse, non troverà mai davvero. Fool’s Game, in fondo poco più che un disco techno-thrash con qualche variazione sul tema, suscitò la curiosità della critica ma il pubblico affamato di crossover aveva, al momento, pane più succulento per i propri denti. Un anno dopo i Suicidal Tendencies recluteranno un certo Robert Trujillo. Da quel momento l’esempio di scuola della contaminazione tra funk e musica dura saranno le linee di basso nervose di Lights Camera Revolution.

A cavallo del nuovo decennio, ai Mordred restava solo una strada da percorrere per non rassegnarsi a un ruolo da comprimari. Esagerare. Alla chitarra torna Jim Sanguinetti, che aveva fatto parte del primo embrione della formazione, e sale a bordo, in qualità di sesto membro, l’afroamericano Aaron Vaughn, addetto a tastiere, campionamenti e scratching. Nel ’91 esce il folgorante In This Life, un capolavoro che la stessa band non riuscirà mai a replicare nel corso di una carriera breve e tormentata. Pezzi come The Strain e Window tracimano di idee e l’abilità dei Mordred nell’abbattere con strafottente coraggio le barriere tra generi rifugge ogni tentazione di pretenziosità e riesce a stupire anche oggi. Un anno dopo l’ep Vision, irrisolto e assai meno graffiante, farà emergere i primi segnali di una crisi che si consumerà poco dopo con l’abbandono del cantante Scott Holderby, dovuto a divergenze artistiche. Quando nel 1994 esce The Next Room, con il carneade Paul Kimball alla voce, il destino dei Mordred era ormai segnato.

Le prime voci di una reunion, con Holderby dietro il microfono, risalgono all’anno scorso. Io non ne ho saputo nulla fino al recentissimo annuncio di una raccolta fondi su Indiegogo per finanziare un tour estivo di dieci date in Gran Bretagna e l’incisione di un ep con nuovo materiale. Ahiloro, mentre mancano ancora 24 giorni alla conclusione della campagna, dei 15 mila dollari fissati come obiettivo della raccolta, ne sono arrivati solo 1.215.


Johan Edlund sbotta polemico e abbandona i TIAMAT

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Sulla pagina facebook dei Tiamat è comparso un messaggio non firmato da nessuno, ma palesemente scritto da Johan Edlund, in cui la mente e anima degli svedesi dichiara di aver preso la decisione di lasciare il gruppo. In pratica una pronuncia di condanna a morte, non essendo concepibile vita per i Tiamat senza il suo fondatore. Oltre ad essere brutta la notizia in sé, è brutto anche il tono alquanto polemico e strafottente. Johan è uno scoppiato e un fattone di merda dal quale è lecito aspettarsi di tutto e, secondo me, ha scritto questa cosa in un momento di scarsa lucidità:

Ho deciso di lasciare i Tiamat. La mia salute, eccetera, non va più.

Dico ‘lasciare’ perché non avanzo pretese su nulla che riguardi i Tiamat.

Se gli altri ragazzi vogliono continuare è ok, andate avanti. Prendetevi un grandioso cantante di bell’aspetto, firmate con la Century Media, fatelo e basta. Ma io sono fuori e non ho nemmeno il minimo interesse, se non quello di augurare tutto il meglio alla band. Tutti i contratti verranno ceduti ad Anders (Iwers, basso), Lars (Sköld, batteria) e Roger (Öjersson, chitarra), se a loro va. Non ne voglio sapere nulla.

Sono stato privato fin troppo dell’essere un adulto. Diamo a qualcun altro un’occasione migliore.

Sarò presente ai quattro festival nei quali appariremo quest’estate.

Fatevene una ragione, esistono altre band, addirittura i Tiamat potrebbero migliorare!

Love, my brothers, and thank YOU for your support! KISSES!

Poi magari si verranno a sapere le reali motivazioni che stanno dietro questa decisione, tipo che Johan ha dei veri problemi di salute, e mi darete dello stronzo. Per quanto ne so, l’unico problema di salute ce l’ha in testa. Spero se ne penta amaramente, non fosse altro che i Tiamat di oggi, da patetica parodia di ciò che erano ai tempi di Clouds e Wildhoney, con The Scarred People mi stavano dando l’illusione di poter imboccare la via verso un recupero di credibilità. E poi che una delle mie band preferite di sempre se ne vada in vacca in questo modo mi dà oltremodo fastidio. A me sembra anche che a Edlund non freghi un granché di cosa sarà (se ci sarà) un dopo di lui. Quindi bravo, complimenti. Posto che le sinapsi gli si sono sconnesse quel dì, constato con amarezza la puzza di squallore che aleggia intorno a questa gente.


Mai più senza: gli occhiali da sole scacciafregna degli ACCEPT

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C’è chi si mette degli occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero, cantava il compianto Little Tony in uno dei suoi più grandi successi (o era Bobby Solo? Non ricordo mai…). E in effetti è vero: non importa quanto siate brutti e sfigati, un bel paio di occhiali da sole miglioreranno sempre il vostro impatto esteriore. Noi di Metal Skunk invece abbiamo il problema opposto. Essendo tutti fulgidi esempi di virilità mediterranea (come risulta evidente dalle foto con le quali corrediamo le nostre playlist annuali), siamo costantemente oppressi dalle indesiderate attenzioni di donne smaniose che desiderano attentare alla nostra virtù, inebriate dalla nube di feromoni che ci circonda, come un’aura, ovunque andiamo. A voi sembrerà una cosa divertente ma noi non ne possiamo più, vi giuro. L’altra sera, con i primi caldi, l’aitante Luca Bonetta si è presentato in canottiera nella lussuosa villa sulla Appia Antica dove abbiamo trasferito la redazione (prima stavamo all’Olgiata ma è diventato un posto troppo cafone) e, prima che ne potesse varcare la soglia, è stato assalito da un’orda di cheerleader diciottenni. Sono dovuti intervenire i reparti antisommossa. E a me, personalmente, attirare l’attenzione delle forze dell’ordine non piace, soprattutto per una questione di odio di classe.

So’ problemi, cari amici del vero metal. Meno male che c’è Wolf che risolve i problemi. No, non quello di Pulp Fiction ma Wolf Hoffmann, il chitarrista degli Accept che, essendo anche lui un gran figo, sicuramente sa cosa significa essere inseguito da un gruppo di modelle in calore quando si scende al bar sotto casa per una birra e un bratwurst. Ecco, grazie alla collaborazione della Hellbrecht Optics, il nostro Wolf ha risolto i problemi suoi e nostri lanciando un accessorio indispensabile per tutti i belli e impossibili che non ne possono più delle insistenti avance di femmine assatanate: i primi occhiali da sole scacciafregna.

Accept-Brille-Heavy-Metal-Sonnenbrille-ACE552-arv.pngGrazie al logo degli Accept stampato in bella evidenza sulle stanghette, verrete immediatamente identificati come un buzzurro la cui serata ideale prevede una partita del Bayern Monaco in televisione, una dozzina di fusti di Köstritzer, una grigliata di salsicce di fegato e una gara di accensione di peti con i Running Wild di sottofondo. Anche la ninfomane più esagitata vi disdegnerà, dopo aver compreso che dentro il vostro corpo scultoreo batte il cuore di un appassionato di metallo tetesco dedito all’alcolismo, ai rutti e ai fischi di chitarra. Finalmente sarete liberi di trascorrere i vostri pomeriggi in birreria in santa pace, divertendovi con i vostri amichetti del club del ciclotappo di Solingen senza essere molestati da inopportune produttrici di estrogeni.

Passando ad argomenti più futili, il 18 luglio uscirà Blind rage, terzo album dei crucchi con Mark Tornillo alla voce. Se sarà bello almeno la metà di Blood of the nations e Stalingrad, potremo comunque ritenerci soddisfatti.

 

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AC/DC: Malcolm Young non sta bene e Brian Johnson gira per l’Italia con una macchina d’epoca

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Ieri pomeriggio è successo un casino. Avete presente la scena dei Promessi Sposi in cui nella folla inferocita qualcuno spara una cazzata ad alta voce e la gente intorno, a causa del fomento, gli crede e comincia a ripeterla aggiungendoci dettagli, così che qualche momento dopo TUTTI sono a conoscenza di quella cazzata e per di più ci credono ciecamente? Questa cosa è successa ieri con una non meglio identificata notizia che riguardava gli Ac/Dc ma che è stata declinata prima come malattia di Malcolm, poi come scioglimento della band, poi come morte di Malcolm, poi come pausa di riflessione della band e chissà cos’ altro; notizia che è rimbalzata ovviamente ovunque, dato che nel mondo di merda in cui viviamo la quasi totalità dei siti d’informazione cerca semplicemente uno scoop ad effetto da pubblicare il prima possibile così che possa essere condiviso da tutti su quelle fogne del demonio che sono i social network. E così, anche a basarsi sui maggiori siti metal americani, quelli autorevoli, Malcolm Young si era ammalato, era morto ed era risorto dopo tre giorni; tutto questo in meno di ventiquattr’ore. Io sinceramente non davo troppo peso alla cosa, anche perché gli Ac/Dc hanno una straordinaria capacità di tirarsi periodicamente addosso queste false notizie che si propagano alla velocità della luce, tipo che Angus Young è morto; poi non aiuta di certo il fatto che loro siano tecnofobici e che facciano aspettare tempi ormai considerati biblici per una smentita; sempre che la smentita arrivi, ché non è così scontato.

La risposta è arrivata oggi sul loro sito ufficiale. Malcolm Young non sta bene e quindi si prende una pausa; la band invece continuerà a fare musica. Probabilmente ha avuto un infarto, o un ictus, ma non c’è nulla di ufficiale. È uscita anche un’intervista sul Telegraph a Brian Johnson, che in maniera molto vaga dice che uno di loro ha una “malattia debilitante”, quindi di certo non un ictus, e che comunque a maggio loro si incontreranno tutti a Vancouver per provare insieme e fare il punto della situazione in vista del tour del quarantennale.

In chiusura comunichiamo che Brian Johnson correrà la prossima Mille Miglia a bordo di una Jaguar del 1954. Nel video qua sotto lo potete vedere mentre cazzeggia con Jacques Villeneuve e fa il mandrillo con una giornalista di Sky alta due metri e mezzo. (Roberto ‘Trainspotting’ Bargone)


Murales di Joey DeMaio e musei del metal: nuove ragioni per trasferirsi in Bulgaria

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I nostri lettori più affezionati si ricorderanno sicuramente delle gesta di Tsonko Tsonev, il sindaco metallaro di Kavarna, noto per iniziative da vero defender of steel quali l’erezione di una statua bronzea di Ronnie James Dio in un parco della piccola località costiera bulgara e la pittura di giganteschi murales raffiguranti gente come David Coverdale, Lemmy e, uhm, Tarja Turunen sui palazzi della città, diventata sotto la sua illuminata amministrazione sede di uno dei più importanti festival rock del paese. Iniziative che gli hanno fatto guadagnare il soprannome di kmetal, gioco di parole tra metal e kmet, la parola bulgara per sindaco. L’agenzia stampa locale Focus ha da poco reso noto l’ultimo cilindro tirato fuori dal cappello del nostro primo cittadino preferito: un museo itinerante dedicato all’heavy metal.

Tra gli oggetti della preziosa collezione figurano una riproduzione in miniatura della statua di Dio summenzionata e un disco d’oro di Burn dei Deep Purple autografato da Glenn Hughes. Ci farebbe la sua porca figura pure un pezzettino del cranio di Dead ma non si può avere tutto. Magari Morgan dei Marduk può donare a Tsonev il frammento in suo possesso, sarebbe carino da parte sua. Al momento la mostra sta facendo tappa a Sofia, dove è stata inaugurata lo scorso 12 aprile, giorno del compleanno del sindaco della capitale, Yordanka Fandakova, nota per aver ricevuto Joey DeMaio nel 2010 nel corso di una memorabile cerimonia.

Già che siamo in tema, vi salutiamo con la fotografia del murale del bassista dei Manowar, tra i tanti che adornano i muri di Kavarna. Ne potete ammirare altri a questo indirizzo. Non sarebbe fico averli anche a Piazza Bologna, invece dei soliti graffiti con croci celtiche e scambi di improperi tra laziali e romanisti? Ma, del resto, che l’antica Tracia fosse una terra che, quanto a civiltà, ha più di una lezione da darci già si sapeva. Come sempre, Hail to Bulgaria.

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Satana li fa e Dio li accoppia: Arjen e Anneke lavorano a un disco insieme

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Oddio, se sia iniziata o meno una liaison tra i due nessuno può dirlo. Però a me il dubbio è venuto. Scusate, perché mai Arjen Lucassen, che rinomatamente è una persona seria, dovrebbe rischiare di mandare alle ortiche la sua reputazione se non per meri interessi carnali? Ma qui dentro mi accusano di essere malpensante e mi dicono che Anneke è una brava donnina di casa, che Arjen è un vero progster e in quanto tale non ha alcun istinto concupiscente e che, al limite, fa sesso solo col suo mellotron. Ma io sono terra terra e penso solo alla pasta e patate, quindi non datemi retta. La notizia qui è che un grande musicista di fama mondiale sta attualmente collaborando, a suo rischio e pericolo, con una certa signora su un doppio disco… Ciò che verrà fuori da codesta fusione alla Dragon Ball Z, ci fanno sapere, sarà un concept album acustico di musica folk e ‘classica’ connessa in qualche modo, vedremo come, all’heavy metal. Secondo me possono venir fuori solo due cose: nella migliore delle ipotesi, quindi se vince Arjen, la riabilitazione di una che, da un punto di vista artistico, non è all’altezza manco della monnezza che stava sotto le ciabatte che la donna delle pulizie di casa van Giersbergen indossava ai bei tempi quando doveva lavare i pavimenti del cesso; nella peggiore delle ipotesi, quindi se vince Anneke, la devastazione, la prostituzione e l’immolazione di un’altra anima nobile e innocente al crudele altare della musica di merda.

Personalmente ho scelto di non ascoltare più nulla da quando la van Giersbergen ha dato di matto, quindi ho solo informazioni di seconda mano rispetto a cosa siano diventati i The Gathering e in quale ‘più proficua’ maniera la signora abbia deciso di impiegare il suo tempo libero (prendo nota del fatto che col ridicolo moniker Agua de Annique sono usciti addirittura cinque dischi; a me è bastato l’aver subìto il primo). Ai tempi che i Cavanagh produssero l’incantevole Falling Deeper ricordo di un bellissimo duetto che mi fece dire beh, però vedi la stronza, quando vuole…, ma quel ricordo è quasi svanito e non mi risulta ci sia stato un seguito concreto a quella collaborazione, a parte qualche comparsata in tour e un duetto da Weather Systems. L’unica cosa che riesce a placare un po’ il timore della catastrofe totale resta la consapevolezza che i due olandesi si conoscono da parecchio e hanno già fumato erba insieme più di una volta (nello specifico Anneke ha cantato in alcuni brani di Into the Electric Castle, anno ’98, e di 01011001, circa dieci anni dopo). Ma lì la testa pensante era una, qui sono due. E si tratta di un disco intero. UN DISCO INTERO… Doppio… Cristo. (Charles)

 


Gli Slayer pubblicano un nuovo pezzo e firmano per Nuclear Blast

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Ieri notte la cover band di lusso che per comodità continueremo a chiamare “Slayer” ha presentato dal vivo un nuovo brano durante un’ apparizione a sorpresa ai Revolver Golden Gods. Poche ore dopo è stata diffusa anche la versione in studio, che potete scaricare gratuitamente a questo link. Implode è il primo inedito del gruppo dal 2009 e, mettendo da parte tutte le questioni di principio e le amarezze legate alla decisione di proseguire senza Jeff Hanneman e alle deprimenti vicende che hanno portato all’allontanamento di Dave Lombardo (sostituito per la seconda volta da Paul Bostaph), sono costretto ad ammettere che non è male. È ovvio che avrei preferito che non venisse mai pubblicata ma quantomeno non è male. Fatica un po’ a decollare, i riff sono sempre gli stessi da vent’anni ma funziona. Su Christ Illusion e World Painted Blood ci sono canzoni molto più noiose e telefonate, a essere onesti. L’assolo sembra suonato da Kerry King ma alle registrazioni dovrebbe aver partecipato anche Gary Holt. Annunciando la firma di un contratto con Nuclear Blast (che rompe un sodalizio di quasi trent’anni con Rick Rubin e la American Recordings), gli Slayer hanno infatti ufficializzato la presenza del chitarrista degli Exodus (al momento impegnato anche nella composizione del nuovo lavoro della sua band principale) nella formazione che inciderà il prossimo disco. Non si sa né quando uscirà, né come si intitolerà né chi ci sarà dietro la console (probabilmente Terry Date, il produttore di questo nuovo singolo). Quel che è certo è che, anche per chi vorrebbe esserne capace, sarà impossibile ignorarne l’esistenza.


The beautiful people, ovvero: meeting Nicolas Cage

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A tener banco alla carrellata degli n-lanci che la ‘CNN de noantri’ ci rovescia addosso h24, in questo periodo, c’è la ridicola pantomima tra attuali ed ex membri dei Kiss sull’affaire del Rock And Roll Hall Of Fame. Seguono a ranghi serrati:

1) foto a cacchio di biondine che poco hanno a che fare col metal (un ampio range che spazia dalla tipa degli Halestorm a Sebastian Bach);

2) fan-video girati a pene di segugio dei concerti dei G’N’R e annessi gossip sui tira e molla dei vari tizi e caii che ruotano intorno al famoso brand;

3) aggiornamenti discografici dettagliatissimi su gruppi dal nome molto stupido che fanno un genere gradito agli studenti palestrati dei campus americani;

4) Dave Lombardo e Bill Ward, sempre più mogi, che tentano di usare le interviste come sedute psicanalitiche;

5) LA CAZZATA DEL GIORNO DI DAVE MUSTAINE.

Una recente e abbastanza pietosa CAZZATA DEL GIORNO DI DAVE MUSTAINE vede il nostro fulgido eroe romantico protagonista di una serata d’eccezione in compagnia dell’orchestra sinfonica di San Diego.Il rosso malpelo, memore delle eroiche gesta di un altro illustre Professionista della Cazzata, Yngwie Malmsteen, nel video qui dentro mostra tutta la sua indecenza nel confrontarsi coi miti della musica alta, tipo Wagner e Bach, mettendo a dura prova i nervi di quei poveri musicisti i quali, dopo aver buttato ettolitri di sangue in anni di conservatorio e matrimoni di paese, si trovano a dover compiere salti mortali carpiati per non far incappare il Nostro in una enorme figura da peracottaro; tra l’altro fallendo miseramente. Dopo aver ascoltato Mustaine parlare di Vivaldi credo di poter intuire empaticamente cosa debba aver sentito, nel suo intimo, la persona che si accompagnava a quel tale che pensò essere cosa arguta paragonare il Colosseo ad uno stadio da Baseball. Tutto quanto sopra al mero fine di condividere con voi la gioiosa foto d’apertura, scattata lo scorso 18 aprile a Las Vegas dopo il concerto dei Megadeth, che ritrae uno splendido Nicolas Cage in compagnia di padre Dave & co. Nota è ormai la devozione infinita che nutriamo nei confronti di Nicola (e che condividiamo con altri che, al pari nostro, non stanno poi tanto bene con la capa), come è noto altresì che anche la sua discendenza si è copiosamente abbeverata alla fonte del sacro metallo. Purtroppo, poi, si rischia sempre di divagare perché il casino è che accumuli boiate su boiate ed esse, appena capita l’occasione, vengono fuori da sole, indipendentemente dalla tua volontà, come se vivessero di vita propria. (Charles)

 


I Linkin Park fanno le spie con la polizia per far confiscare l’erba agli amici

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don matteo

Molti di voi avranno avuto a che fare con delle persone infami, false e vili, ma mi sa che i Linkin Park battono tutti. Il 24 maggio scorso i Linkin Park erano a Tucson, in Arizona, per un concerto; di spalla c’erano i Sublime with Rome, il gruppo nato dalle ceneri dello storico gruppo ska Sublime. Questi ultimi stavano giustamente fumando erba per ammazzare il tempo nel backstage quando a un certo punto si vedono arrivare un membro dello staff dei Linkin Park che gli dice se perfavore potrebbero smettere di fumare perché i Linkin Park (che erano in un altro camerino) sono allergici alla marijuana. Allergici alla marijuana, capite? Come quel tizio che l’altro giorno mi ha detto che lui per andare da una parte all’altra della città prende sempre la circonvallazione perché nelle stradine piccole la gente muore. Così i Sublime with Rome dicono al tizio dello staff dei Linkin Park di andarsene gentilmente affanculo e magari se per la strada si fermava a comprare un antistaminico, perché quelli saranno pure allergici alla marijuana ma noi siamo allergici alle cazzate. 

questo fotomontaggio di Metalsucks spiega bene la situazione

questo fotomontaggio di Metalsucks spiega bene la situazione

Chiaramente non è finita qui. Quando i Sublime with Rome vanno sul palco a suonare, i Linkin Park chiamano la polizia (CHIAMANO LA POLIZIA) e gli fanno sequestrare tutta l’erba che c’era. Quelli dunque ritornano nel backstage e si ritrovano la polizia che gli ha rubato tutta la marijuana e i Linkin Park che facevano gli gnorri. A questo punto i Sublime hanno dato notizia della cosa tramite Twitter (chiamandoli peraltro Linkin Narc), e sempre tramite Twitter i Linkin Park hanno smentito categoricamente, ma vi pare, non è il nostro stile, se volete ve la ricompriamo, eccetera. Io ho aspettato prima di scriverne appunto perché pensavo che dai, sarà stato un malinteso, non si sono capiti bene, figurati se quelli chiamano la polizia e si bevono gli amici. E invece no, porca puttana. Il rapporto della polizia dice chiaramente che hanno ricevuto una telefonata da parte di uno dello staff dei Linkin Park che segnalava la presenza di droga nel backstage. Cioè non bastava essere un gruppo di merda per ragazzine col cuore infranto, dovevano essere pure dei bastardi infami SPIE amici degli sbirri e accoltellatori alla schiena. State molto attenti anche voi, fratelli del vero metal, perché di gente come i Linkin Park è pieno il mondo. Un giorno trionferemo e li decapiteremo con le nostre spade, ma fino a quel momento ricordatevi che questa è una strada a senso unico. (Roberto ‘Trainspotting’ Bargone)


Gli EXODUS si riprendono Souza e cacciano Dukes mentre è in luna di miele

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A dare la notizia è Blabbermouth, che cita un comunicato di Gary Holt (finora non apparso né sui social network né sul sito ufficiale del gruppo):

“Come band, abbiamo dovuto prendere tutti la difficilissima decisione di separarci da Rob Dukes, nostro cantante da nove anni. Non proviamo null’altro che amore e ammirazione per lui, nonché profondissima gratitudine. Ma al momento Tom Hunting, Lee Altus, Jack Gibson e io abbiamo pensato che un cambiamento fosse necessario e abbiamo deciso all’unanimità di dare il bentornato a bordo a Steve Souza.

Il ritorno della voce di Fabulous disaster arriva tanto più inatteso se si considera che i californiani erano entrati in studio da un mese per le registrazioni del nuovo album (prodotto, purtroppo, anche stavolta da Andy Sneap). Lo stesso Dukes aveva parlato un mese fa, in termini entusiasti, dei nuovi pezzi, che sarebbero più brevi e diretti dei mattoni da 8-10 minuti che caratterizzavano i due Exhibit. Non riesco davvero a immaginare quali possano essere i motivi di una rottura improvvisa che immagino farà la gioia di molti fan (io mi ero abituato al ciccione, e i tre full di inediti che ha inciso con gli Exodus mi sono pure piaciuti parecchio). Non sono ancora arrivate reazioni ufficiali da Dukes, che al momento del licenziamento si trovava ancora in luna di miele. Salvo questa:

screenshot_rob_dukesL’allontanamento di Souza, che aveva abbandonato la band dopo Tempo of the damned insieme ad altri due dei quattro membri originali coinvolti nella reunion (il batterista Tom Hunting, tornato alcuni anni dopo una volta vinta la battaglia contro una brutta forma di depressione, e il chitarrista Rick Hunolt, che si è rivisto di recente dal vivo al posto di Holt, impegnato pressoché a tempo pieno con gli Slayer), era stato inoltre tutt’altro che amichevole. All’epoca Holt lo aveva accusato di essersi sfilato da un tour un giorno prima della partenza e lo aveva definito, senza giri di parole, una “merda umana”. Il bassista Jack Gibson, intervistato durante il tour di Shovel headed kill machine, mi aveva parlato invece di una band finita in poltiglia a causa dell’eccessiva passione di tutti i membri, lui escluso, per le anfetamine.

Al netto di eventuali scazzi personali con Dukes dei quali non sappiamo nulla, la mia idea è che il buon Gary, non avendo più tempo di scrivere i suddetti mattoni di 8-10 minuti, intenda cavarsela con un disco per reduci e quindi abbia pensato di richiamare il vecchio ‘Zetro’, che di recente ha dimostrato di essere ancora piuttosto in forma con i suoi Hatriot (che non verranno, però, sciolti). Agli appassionati di dietrologie, ricordiamo che Holt un paio di mesi fa si era recato a vedere la cover band degli Ac/Dc di Souza e lo aveva avvicinato a fine serata per quella che il cantante (il quale reclamava il suo vecchio posto da anni) ricostruì come una “splendida conversazione”. Mah.

Fino a ieri gli Exodus erano tra i pochissimi grandi nomi degli anni ’80 che si erano riuniti in modo credibile, trovando il giusto bilancio tra evoluzione e fedeltà alle proprie radici. Gary Holt scrive troppo bene perché la probabile operazione nostalgia fallisca e non possiamo ancora trarre troppe conclusioni. Però, così d’istinto, non mi viene di stappare lo champagne.

 

 


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